Cassazione alle prese con il furto

Pubblicato il 11 agosto 2011 Lo scorso 3 agosto 2011, la Corte di Cassazione, Quarta e Quinta sezione penale, si è occupata del reato di furto in ben tre vicende.

In particolare, con la sentenza n. 30680 del 2011, i giudici di legittimità hanno escluso l'applicabilità dell'attenuante del danno di speciale tenuità in capo ad una donna che aveva rubato un portafoglio contenente solo 50 euro sull'assunto che, a prescindere dal valore intrinseco della somma derubata, il danno in realtà cagionato alla persona offesa – una donna immigrata che versava in condizioni particolarmente disagiate – non era da ritenere come di minima rilevanza anche perchè insieme ai soldi erano stati derubati i documenti.

Nel testo della sentenza n. 30861, la Suprema corte ha invece escluso l'applicazione dell'aggravante dell'esposizione alla fede pubblica nei confronti di due ladri che avevano trafugato il borsello lasciato in auto dal relativo proprietario; nella specie – motiva la Corte – l'esposizione alla pubblica fede avrebbe potuto essere fatta valere solo per gli oggetti che sono tali “per necessità, per consietudine o per destinazione”.

Con l'ultima decisione, la n. 30685, è stato riconosciuto colpevole di tentativo di furto l'imputato che aveva spaccato la vetrina di un negozio per rubare ma che poi era scappato, di propria iniziativa, lasciando a terra lo strumento con cui aveva infranto i vetri.
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