Cassa Forense ha reso noto di aver ricevuto, come gli altri Enti previdenziali privati, la risposta alla lettera di diffida inviata all'Agenzia delle Entrate-Riscossione per ottenere chiarimenti in ordine alla misura contenuta nella Legge di Bilancio 2019, denominata “saldo e stralcio”.
Proprio in merito a questa nuova previsione, la Cassa Nazionale di Previdenza e Assistenza degli avvocati aveva approvato, a fine gennaio, una mozione con cui invitava Governo e Parlamento ad un riesame della medesima, promuovendo una “protesta” per il metodo utilizzato, in contrasto con i principi di autonomia delle Casse Professionali.
Nella risposta, l'Agenzia ha confermato che si atterrà alle indicazioni fornite dalla Cassa, e ciò non solo in considerazione della posizione di autonomia lei riconosciuta ma anche per il fatto che è la stessa Legge ad escludere espressamente dalla sanatoria le cartelle emesse “a seguito di accertamento” dell’Ente previdenziale nei confronti dei propri iscritti.
E' quanto si apprende da una nota pubblicata sul sito dell'Ente di previdenza degli avvocati il 26 febbraio 2019.
In questa comunicazione, Cassa Forense ha fatto anche presente che la norma, per come è formulata, rischierebbe di costituire un vero e proprio “boomerang” per gli stessi teorici beneficiari.
Per i liberi professionisti, infatti, a differenza dei lavoratori dipendenti, non vige il principio dell’automaticità delle prestazioni per cui, in molti casi, si determinerebbe l’impossibilità, in caso di mancato versamento dell’effettiva contribuzione dovuta, di maturare il diritto alla pensione.
Nella lettera inviata alle varie Casse di previdenza dei professionisti, si rammenta, l'AdER, riconoscendo, come detto, la peculiarità del sistema di questi Enti e la loro autonomia, si è impegnata a non procedere all'automatica cancellazione del debito previdenziale e a comunicare alle Casse i nominativi di chi ha fatto richiesta di “saldo e stralcio”.
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