Case green. La Direttiva Ue in Gazzetta europea (con video)

Pubblicato il 10 maggio 2024

E’ approdata sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea, serie L, dell’8 maggio 2024, la Direttiva (Ue) 2024/1275 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 24 aprile 2024, sulla prestazione energetica nell’edilizia, anche nota con il nome di direttiva “case green”.

La nuova normativa europea Epbd (Energy performance of building directive), che ha come obiettivo la riduzione dell’emissione di gas serra (GHG) attraverso il miglioramento dell’efficientamento energetico degli edifici, entrerà in vigore decorsi 20 giorni alla pubblicazione ufficiale.

I 27 Paesi membri avranno, quindi, due anni di tempo per recepirla nei rispettivi ordinamenti, predisponendo entro il 29 maggio 2026 un piano nazionale di ristrutturazione degli edifici residenziali e non, pubblici e privati.

Si ricorda che la citata direttiva è stata approvata in via definitiva in sede di riunione dell'Ecofin, tenutasi il 12 aprile 2024, con 370 voti favorevoli, 199 voti contrari e 46 astensioni. Tra i votanti si è registrato il voto contrario di Italia e Ungheria, mentre Repubblica Ceca, Croazia, Polonia, Slovacchia e Svezia si sono astenute.

Obiettivo della nuova normativa, che va a revisionare la precedente direttiva sulla prestazione energetica nell'edilizia, è quello di ridurre progressivamente le emissioni di gas serra e i consumi energetici nel settore edilizio entro l’anno 2030, per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.

I punti in cui si snoda il piano europeo di salvaguardia ambientale sono i seguenti:

NOTA BENE: La nuova versione della Direttiva Epbd appare molto più morbida rispetto alla prima versione di quella proposta dal Parlamento Ue, che, infatti, prevedeva il bando totale dei combustibili fossili già dal recepimento del testo.

La versione approvata, invece, è molto più graduale, avendo come obiettivo di lungo termine il bando totale dei combustibili fossili al 2040, da raggiungere però in modo flessibile e non sanzionato.  

Nel breve termine, invece, si pone l’obiettivo dello stop agli incentivi, a partire dal 2025, per le caldaie alimentate solo da combustibili fossili.

 

 

Direttiva case green, il calendario

Come detto, dunque, i primi effetti delle nuove regole saranno attesi già per il 2025, mentre due anni di tempo saranno a disposizione per il recepimento dell’intera Direttiva.

I ventisette Paesi Ue avranno, infatti, due anni di tempo per adeguarsi presentando a Bruxelles le loro tabelle di marcia, in cui indicare la via che intendono seguire per centrare gli obiettivi di efficientamento.

Le tappe del nuovo calendario da rispettare secondo la normativa europea si possono così riassumere:

NOTA BENE: La prima scadenza del 2025 appare molto importante soprattutto per l’Italia, visto che a fine 2024 è fissato il termine per molti incentivi fiscali, tra cui l’ecobonus che è dedicato proprio alle caldaie a condensazione.

I contenuti della Direttiva, pertanto, diventeranno decisivi per fissare la nuova mappa di sconti fiscali dedicati all’edilizia.

Vediamo di seguito i punti principali della nuova Direttiva case green.

Caldaie a gas: stop entro il 2040 ma si parte già dal 2025

Le linee guida della nuova Direttiva puntano sull’eliminazione dell’uso dei combustibili fossili. Il target di lungo periodo è il 2040 quando le caldaie a metano dovranno essere totalmente eliminate; tale anno non rappresenta, però, un obiettivo stringente ma più un target a cui dovranno tendere le politiche dei Paesi membri, con possibilità, dunque, di ammettere qualche ritardo.

A partire dal 2025, invece, sarà vietata la concessione di sovvenzioni alle caldaie autonome a combustibili fossili.

NOTA BENE: Saranno ancora possibili incentivi finanziari per i sistemi di riscaldamento che usano una quantità significativa di energia rinnovabile, come quelli che combinano una caldaia con un impianto solare termico o una pompa di calore.

Forte spinta agli ibridi

La Direttiva punta molto sulla spinta degli ibridi e delle pompe di calore.

Le caldaie, infatti, potranno sicuramente trovare largo impiego nel campo degli apparecchi ibridi, come quelli che mettono insieme, per esempio, caldaie e pompe di calore, controllate da una centralina unica. In questo caso, la Direttiva dice esplicitamente che sarà ancora possibile incentivarli. Accanto a questo, sarà decisivo il ruolo dell’elettrificazione dei riscaldamenti: l’utilizzo delle pompe di calore è richiamato da più parti nel testo della direttiva e in altri provvedimenti dell’Ue.

Piano nazionale zero emissioni dal 2050

Una grande attenzione è dedicata al capitolo delle ristrutturazioni edilizie. È stata, infatti, revisionata la precedente direttiva sulla prestazione energetica nell'edilizia con lo scopo di ridurre progressivamente le emissioni di gas serra e i consumi energetici nel settore edilizio entro il 2030 (edifici nuovi) e pervenire alla neutralità climatica entro il 2050.

Ogni Stato membro dovrà adottare un piano nazionale di ristrutturazione con l'obiettivo di ottenere un patrimonio immobiliare decarbonizzato e altamente efficiente dal punto di vista energetico entro il 2050. Questo piano è orientato a trasformare gli edifici attuali in strutture a zero emissioni.

Il piano nazionale di ristrutturazione include, tra le altre cose:

un'analisi del patrimonio immobiliare nazionale per tipo di edificio, la sua proporzione nel totale nazionale, l'epoca di costruzione e le diverse zone climatiche. Questa analisi può basarsi su campioni statistici e sui dati degli attestati di prestazione energetica, nonché su un esame delle barriere e dei fallimenti del mercato e delle capacità dei settori legati all'edilizia, all'efficienza energetica e alle energie rinnovabili, includendo anche la quota di famiglie vulnerabili, basandosi, se necessario, su campioni statistici;

una roadmap con obiettivi specifici nazionali e indicatori misurabili di progresso, inclusa la riduzione del numero di persone in povertà energetica, per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Questo documento è finalizzato a garantire un patrimonio immobiliare nazionale ad alta efficienza energetica e decarbonizzato, e la trasformazione degli edifici esistenti in strutture a zero emissioni entro il 2050.

NOTA BENE: L’unico vincolo sarà garantire che almeno il 55% della riduzione del consumo medio di energia primaria sia ottenuto attraverso la ristrutturazione degli edifici con le prestazioni peggiori: ossia quelli più energivori.

I tempi e le percentuali saranno diversi a seconda della tipologia di edificio.

Per gli edifici residenziali, i Paesi membri dovranno garantire una riduzione dell’uso di energia primaria media utilizzata di almeno il 16% entro il 2030 e di almeno il 20-22% entro il 2035.

Per gli edifici non residenziali, la Direttiva indica che dovranno essere ristrutturati il 16% di quelli con le peggiori prestazioni entro il 2030 e il 26% entro il 2033, introducendo requisiti minimi di prestazione energetica.  

Per gli edifici pubblici, se tecnicamente ed economicamente fattibile, i Paesi membri dovranno garantire l'installazione progressiva di impianti solari sugli edifici pubblici e non residenziali, in funzione delle loro dimensioni, e in tutti i nuovi edifici residenziali entro il 2030.

ATTENZIONE: Sono previste delle deroghe: i Paesi membri potranno escludere alcune tipologie di immobili dai nuovi obblighi.  

Sono esclusi gli edifici agricoli e gli edifici storici, e i Paesi Ue potranno decidere di escludere anche gli edifici protetti per il particolare valore architettonico o storico, gli edifici temporanei e i luoghi di culto.

Pannelli solari

Per quanto riguarda i pannelli solari, l'obbligo di installarli riguarderà i nuovi edifici pubblici e sarà progressivo, dal 2026 al 2030. Dovranno inoltre essere attuate strategie, politiche e misure nazionali per dotare di impianti solari gli edifici residenziali.

Si dovrà, infatti, garantire che i nuovi edifici siano solar-ready, ovvero idonei a ospitare impianti fotovoltaici o solari termici sui tetti.

Per gli edifici pubblici e non residenziali esistenti, invece, i pannelli solari dovranno essere installati gradualmente, a partire dal 2027, laddove ciò sia tecnicamente, economicamente e funzionalmente fattibile.

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