Approvata dalla Commissione UE la carta degli aiuti a finalità regionale dell’Italia per il periodo 2022-2027, che definisce le zone che possono beneficiare di aiuti agli investimenti in base alle norme UE in materia di aiuti di Stato.
La carta dell'Italia per la concessione degli aiuti dal 1º gennaio 2022 al 31 dicembre 2027 si inserisce nel quadro degli orientamenti riveduti in materia di aiuti di Stato a finalità regionale.
A seguito all'annuncio dell'iniziativa Green Deal europeo e delle strategie industriale e digitale dell'UE, la Commissione europea, nell’ambito della normativa in materia di aiuti di Stato, ha rivisto, per primi, gli orientamenti in materia di aiuti di Stato a finalità regionale.
Gli orientamenti riveduti da Bruxelles stabiliscono le norme in base alle quali gli Stati membri possono concedere aiuti di Stato alle imprese per sostenere lo sviluppo economico delle zone svantaggiate dell'UE, garantendo al contempo parità di condizioni tra gli Stati membri.
Gli orientamenti riveduti entreranno in vigore il 1º gennaio 2022.
Tali orientamenti, inoltre, offrono agli Stati membri maggiori possibilità di dare sostegno alle regioni che affrontano una transizione o sfide strutturali, come lo spopolamento, affinché possano contribuire pienamente alla transizione verde e digitale.
Allo stesso tempo, gli orientamenti riveduti mantengono solide garanzie per impedire agli Stati membri di utilizzare fondi pubblici per innescare la delocalizzazione di posti di lavoro da uno Stato membro dell'UE ad un altro, aspetto essenziale per la concorrenza leale nel mercato unico.
La carta dell'Italia per la concessione degli aiuti a finalità regionale approvata il 2 dicembre 2021 dalla Commissione Ue indica:
le regioni italiane ammissibili agli aiuti per investimenti a finalità regionale;
le intensità massime di aiuto nelle regioni ammissibili;
l'intensità dell'aiuto;
l'importo massimo dell'aiuto di Stato che può essere concesso per ciascun beneficiario, espresso sotto forma di percentuale dei costi di investimento ammissibili.
Sulla scia degli orientamenti riveduti da Bruxelles per il nuovo settennato, un gruppo di regioni che ospitano il 41,99 % della popolazione italiana sarà ammissibile agli aiuti per investimenti a finalità regionale.
Tra queste si annoverano il Molise, la Campania, la Puglia, la Basilicata, la Calabria, la Sicilia e la Sardegna.
Regioni che totalizzano il 32% della popolazione italiana e che rientrano tra le regioni più svantaggiate dell'UE, con un PIL pro capite inferiore al 75 % della media UE.
Tali regioni sono ammissibili agli aiuti con intensità massime di aiuto per le grandi imprese comprese tra il 30% e il 40%, in funzione del PIL pro capite della "zona a" di appartenenza.
Inoltre, l'Italia ha la possibilità di designare cosiddette "zone c non predefinite" per un massimo del 9,99% della popolazione nazionale. La designazione specifica delle "zone c non predefinite" può avvenire in futuro e comporterebbe una o più modifiche della carta degli aiuti a finalità regionale approvata il 2 dicembre 2021.
Nelle Regioni citate, le intensità massime di aiuto possono essere maggiorate di 10 punti percentuali per gli investimenti delle imprese di medie dimensioni e di 20 punti percentuali per gli investimenti delle piccole imprese (per i loro investimenti iniziali con costi ammissibili fino a 50 milioni di EUR).
Pertanto, dal 1° gennaio 2022 al 31 dicembre 2027 gli aiuti alle imprese del Mezzogiorno potranno essere concessi fino al 60% degli investimenti ammissibili.
Una volta definito un futuro piano territoriale per una transizione giusta nell'ambito del regolamento sul Fondo per una transizione giusta, l'Italia avrà la possibilità di notificare una modifica della carta degli aiuti a finalità regionale approvata a dicembre 2021, al fine di applicare un potenziale aumento dell'intensità massima di aiuto nelle future aree di transizione giusta, come specificato negli orientamenti riveduti per le "zone a".
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