Il sì del Senato, ieri, alla legge Pecorella, che cancella l'appello del pubblico ministero contro le sentenze di proscioglimento ed estende il giudizio della Corte di Cassazione ai "fatti" del processo, ha provocato reazioni del tutto opposte tra Governo, maggioranza e avvocati penalisti da un lato ed opposizione e magistrati dall'altro. La promulgazione del testo, tuttavia, non è affatto scontata, dati i rilievi critici sollevati in questi mesi da giuristi, magistrati, vertici della Cassazione, organismi internazionali. Le nuove regole rischiano di intaccare la parità fra accusa e difesa, a scapito della prima, e di allungare ancora i tempi del processo, in particolare di fronte alla Suprema Corte, dove si stima un aumento dei ricorsi sino al 40%.
E' poi definitivamente tramontata ogni ipotesi di chiusura della XIV legislatura con un gesto di clemenza per i carcerati: le norme sull'amnistia e sull'indulto sono state bocciate.
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