Bancarotta preferenziale per l'amministratore di società in dissesto che si paga i compensi

Pubblicato il 08 giugno 2010
La Quinta sezione penale della Cassazione, con sentenza n. 21570 del 7 giugno 2010, ha parzialmente accolto il ricorso avanzato da un uomo che era stato condannato dai giudici di merito per bancarotta fraudolenta per distrazione in quanto, amministrando una società in dissesto, si era attribuito dei compensi per il lavoro prestato senza preventiva autorizzazione e deliberazione degli organi sociali.

Per i giudici di legittimità, la condotta dell'amministratore era piuttosto ascrivibile nell'ambito della fattispecie della bancarotta preferenziale in quanto le somme prelevate dalle casse sociali erano congrue rispetto al lavoro dallo stesso prestato. Non vi era dubbio, in ogni caso, che l'uomo, pagandosi il proprio credito quando la società si trovava in stato di insolvenza aveva finito “con l'alterare la par condicio creditorum, elemento che caratterizza appunto il delitto di cui al comma III dell'articolo 216 della Legge fallimentare”.
Condividi l'articolo
Potrebbe interessarti anche

Misura Marchi+ 2024, sportello chiuso per esaurimento risorse

27/11/2024

Correttivo al processo civile: modificato il rito unificato persone, minori e famiglie

27/11/2024

Fiducia al Decreto flussi: convalida di trattenimento alla Corte d'appello

27/11/2024

Cig settore moda, al via le domande

27/11/2024

Fondo Nuove Competenze: nella terza edizione anche bonus per disoccupati e stagionali

27/11/2024

Acconto IVCA 2024: nuova imposta sul valore delle cripto-attività

27/11/2024

Ai sensi dell'individuazione delle modalità semplificate per l'informativa e l'acquisizione del consenso per l'uso dei dati personali - Regolamento (UE) n.2016/679 (GDPR)
Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei "social plugin".

Leggi informativa sulla privacy