Avvocati sul piede di guerra

Pubblicato il 17 gennaio 2014 La prima giornata dell'VIII Conferenza nazionale dell'avvocatura, convocata dal 16 al 18 gennaio 2014, a Napoli, su iniziativa dell'Organismo unitario dell'avvocatura sul tema “La giustizia umiliata: quale democrazia senza diritti?”, è stata segnata da forti contestazioni e proteste da parte dell'avvocatura e di un nutrito gruppo di avvocati "autoconvocati" e non accreditati dall'Oua che ha rivendicato la propria partecipazione ai lavori.

Al rappresentante del ministero della Giustizia, il sottosegretario Cosimo Ferri in particolare, sono stati indirizzati quasi 40 minuti di fischi e inviti a lasciare la sala, a testimonianza della situazione ormai di incomunicabilità tra avvocati e politica. Anche il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, è stato raggiunto da diversi fischi di disappunto.

In questo contesto, l'Oua ha lanciato la proposta della predisposizione di una “road map” della protesta con iniziative che vanno dalla lettura di un intervento alle cerimonie di apertura dell'anno giudiziario con successivo abbandono dei tribunali in segno di protesta, alla proclamazione di un'astensione dalle udienze per tre giorni a fa data dal 17 febbraio, alla indizione di una manifestazione unitaria con altre professioni, allo sciopero dal versamento del contributo unificato e dal gratuito patrocinio.

Anche il Consiglio nazionale forense, a mezzo dei suoi rappresentanti, è intervenuto alla Conferenza, evidenziando alcune possibili soluzioni al problema dell'arretrato nel processo civile come la disponibilità e l'impegno dell'avvocatura, “che ha la forza numerica, le competenze tecniche e la professionalità” per la scrittura delle sentenze, l'ideazione di strumenti nuovi, alternativi al processo, in grado di tutelare a pieno i diritti oggetto di contenzioso. Il Cnf ha, altresì, annunciato la messa a punto di un articolato per la presenza obbligatoria di avvocati nell'ufficio legislativo del ministero della Giustizia i cui relativi oneri economici sarebbero a carico del Cnf e non dello Stato.

Si segnala che l'avvocatura ha indicato il 25 gennaio come giorno di protesta nazionale.
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