Il compenso dovuto all’avvocato che abbia difeso un solo cliente dalle identiche domande proposte da più attori, va determinato non sulla base del valore cumulato delle varie domande, bensì sulla base del valore di una sola domanda maggiorato del 20% per ciascun’altra, fino ad un massimo di dieci; ovvero del 5% per ciascuna domanda oltre la decina, fino ad un massimo di venti.
Lo ha stabilito la Corte di Cassazione, seconda sezione civile, respingendo il ricorso di un avvocato avverso l’ordinanza con cui veniva liquidato il proprio compenso (in misura decisamente inferiore a quanto richiesto) per l'attività professionale svolta in favore di una s.p.a., in 19 analoghi giudizi di opposizione ad una stima di indennità di esproprio.
La serialità delle domande – secondo la Corte con sentenza n. 26614 del 21 dicembre 2016 – costituisce ragione per l'applicazione del criterio dell’unificazione, predicato dall'art. 5 della Tariffa (D.m. n. 585/1994), indipendentemente dalla riunione processuale delle cause.
Ai sensi dell'individuazione delle modalità semplificate per l'informativa e l'acquisizione del consenso per l'uso dei dati personali - Regolamento (UE) n.2016/679 (GDPR)
Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei "social plugin".