Avvocati ascoltati sul Ddl intercettazioni
Pubblicato il 30 luglio 2009
Le varie anime dell'avvocatura sono state sentite, ieri, in audizione innanzi alla Commissione Giustizia del Senato, in ordine al disegno di legge sulle intercettazioni. Presente per il Cnf, il coordinatore della Commissione di studio per il settore penale, Avv. Marco Stefanelli, il quale ha sottolineato che, anche se la materia non è stata ancora esaminata dal plenum del Consiglio, il nuovo testo è stato complessivamente apprezzato dalla commissione, la quale ha formulato, in proposito, solamente rilievi di carattere strettamente tecnico. Auspicabile, per il Cnf, una riformulazione delle modifiche apportate all'art. 267 c.p.c. in particolare con riferimento ai presupposti per l'autorizzazione delle intercettazioni. Giuseppe Sileci, per l'Aiga, si è mostrato soddisfatto del recepimento da parte della Commissione Giustizia dei rilievi già formulati dalla propria associazione sottolineando la necessità di rafforzare il diritto di difesa. Per le Camere penali, l'Avv. Renato Borzone ha espresso perplessità sulle modifiche apportate all'art. 267 c.p.c. ed un giudizio complessivamente critico sulla conservazione di “un accentuato dualismo fra procedimenti ordinari, nei quali lo strumento di ricerca della prova viene ridotto ad un'assoluta eccezionalità e procedimenti per i delitti di maggiore allarme sociale, ed in particolare per quelli connessi al crimine organizzato, in relazione ai quali le maglie delle possibili intrusioni negli spazi presidiati dal principio costituzionale della segretezza della comunicazioni vengono invece allargate oltre i limiti della strette necessità”. Per l'Oua, l'Avv. Francesco Missori ha affermato di condividere i punti fondamentali del Ddl pur ribadendo due proposte già avanzate con un documento dell'associazione consegnato alla Commissione quali, da un lato, l'inserimento, nel provvedimento di autorizzazione, di elementi che riguardano l'intercettazione ed anche di altri elementi a corollario del reato che devono essere approvati dal giudice, dall'altro, la possibilità di procrastinare nel tempo il segreto sulla divulgazione delle intercettazioni telefoniche fino all'udienza dibattimentale.
Eleonora Pergolari