Approvata dalla Cassa ragionieri la riforma per la sostenibilità

Pubblicato il 10 settembre 2013 Il 9 settembre 2013, il Comitato dei delegati della Cassa ragionieri ha approvato una riforma molto dura per il futuro pensionistico degli oltre 30.000 iscritti.

Con 101 voti favorevoli, 24 contrari e 11 astenuti, i delegati hanno accettato tutte le proposte dei Ministeri, dai quali si aspettano ora di ricevere in tempi rapidi il visto definitivo alla riforma, valido – secondo quanto affermato dal presidente Paolo Saltarelli – anche per risolvere la spinosa questione dei nuovi iscritti, al fine di assicurare loro un futuro più sereno.

Le misure principali della riforma vedono aumentare l’età a 68 anni dai precedenti 65, per accedere alla pensione di vecchiaia con almeno 40 anni di contributi effettivi. E’ riconosciuta un piccola gradualità per coloro che sono nati fino al 1951, come pure una certa gradualità è ammessa anche per quanto riguarda il requisito dei 40 anni di anzianità contributiva per chi è nato prima del 1963.

La pensione di anzianità, invece, è stata abrogata, così che dal 1° gennaio 2013 non è più è possibile richiederla con 58 anni di età e 37 anni di contributi, mentre è ancora possibile richiedere la pensione di anzianità anticipata (63 anni di età e 20 di contribuzione) calcolata però con il solo metodo contributivo.

Per quanto riguarda il contributo soggettivo, è previsto un suo innalzamento. Dal 2013, infatti, sale dall’8% al 10% per continuare ad incrementarsi nei prossimi anni, fino a stabilizzarsi nel 2018 sul valore del 15%.

È stato poi introdotto un contributo di solidarietà dall’1% al 5%, per coloro che saranno in pensione nel triennio 2014-2016. Tale misura è scattata a seguito del mancato rispetto dei termini richiesti dalla riforma Monti-Fornero (DL 201/2011), che prevedeva il raggiungimento della stabilità a 50 anni entro il 30 settembre 2012. A seguito, invece, di tale mancato appuntamento sono scattate le penalità previste dalla stessa legge, quali appunto l’applicazione del contributo di solidarietà dell’1% su tutte le pensioni in essere (pena l’apertura della procedura di commissariamento) in luogo del passaggio al sistema contributivo già previsto per la Cassa ragionieri dal 1° gennaio 2014.
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