Antiriciclaggio, gli studi chiedono misure ad hoc

Pubblicato il 12 maggio 2009
I professionisti sono restii nei confronti della legislazione comunitaria che li ha chiamati al compito delle segnalazioni in materia di antiriciclaggio. Non a caso dagli studi professionali giunge lo 0,88 % delle segnalazioni di operazioni sospette a fronte dell'oltre 90 % che arriva dal sistema finanziario. Secondo Paolo Piccoli, presidente del Consiglio nazionale del Notariato, la normativa avrebbe determinato uno snaturamento delle professioni chiamate a violare, per legge, il tabù del segreto professionale. Questa situazione provoca disagio e, come sottolineato da Enricomaria Guerra, delegato antiriciclaggio per il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti, tale disciplina mette a rischio il segreto e il rapporto fiduciario con la clientela. In ogni caso, precisa Guerra, i commercialisti non vogliono rifiutare una responsabilità sociale ma hanno proposto che venga istituzionalizzato un responsabile della funzione antiriciclaggio. Per gli avvocati, Nicola Bianchi, delegato antiriciclaggio, spiega che il riferimento ad indici di anomalia potrebbe essere di aiuto alla semplificazione.
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