Nei prossimi giorni dal ministero dell’Economia verrà formalizzata l’applicazione “ampia” della disciplina antiriciclaggio prevista nel regolamento 141/06, attuativo del Dl 56/2004 (si veda l’”Edicola” dell’8 aprile). Gli obblighi antiriciclaggio interesseranno tutti coloro che svolgono attività in materia di amministrazione, contabilità e tributi. In particolare, saranno coinvolti i professionisti iscritti in Albi e Registri, dottori commercialisti, ragionieri, consulenti del lavoro, revisori contabili, notai e avvocati. Non si fa esplicita menzione ai tributaristi, ma la loro inclusione è stabilita direttamente nel decreto legislativo 56/2004, in virtù anche del fatto che il tipo di attività da essi svolta è sovrapponibile, per molti versi, a quella dei commercialisti. Ai professionisti è richiesto di comunicare all’Ufficio italiano cambi, sulla base delle loro conoscenze, le operazioni che essi ritengono a rischio, dopo aver identificato i clienti e avere registrato i loro dati, conservandoli in un archivio unico. Sarà, invece, compito dell’Uic e degli altri organismi investigativi di fare chiarezza su quelle operazioni in odore di riciclaggio. Ai professionisti non viene, così, chiesto di tradire la fiducia dei loro clienti: anzi, proprio nell’ottica di tenere conto di queste preoccupazioni, gli stessi professionisti sono stati coinvolti nell’elaborazione delle linee-guida dell’Uic – pubblicate in contemporanea con il regolamento 141 – in cui si individuano i tipi di prestazione che fanno scattare l’obbligo della registrazione del cliente. Nel provvedimento Uic si iniziano a definire anche gli indici di sospetto: indicazioni che verranno aggiornate sulla base dell’esperienza.
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