ANM sdrammatizza su prescrizione: effetti pro futuro

Pubblicato il 19 dicembre 2019

Gli effetti della nuova disciplina della prescrizione si produrranno solo pro futuro; questa considerazione, secondo l’ANM, stempererebbe le drammatizzazioni rappresentate rispetto all’impatto della riforma Bonafede, in vigore dal 1° gennaio 2020.

Poniz (ANM): riforma nella giusta direzione

E’ quanto sottolineato ieri dal presidente dell'Associazione nazionale magistrati, Luca Poniz, in audizione informale davanti alla Commissione Giustizia della Camera.

Poniz ha così illustrato la posizione dell’ANM, rispetto alla complessiva disciplina della prescrizione penale di cui alla recente riforma, per come correlata anche alla proposta di legge di abrogazione della medesima e alle richieste di rinvio pervenute dagli addetti ai lavori.

Il fatto – spiega il presidente dell’associazione – che la nuova disciplina si applicherà in proiezione futura, ossia per chi avrà commesso reati a partire dal 1° gennaio, consentirebbe, nel frattempo, di procedere con la messa a punto delle ulteriori modifiche. Vi sarebbe infatti - a suo dire - “tutta la possibilità di introdurre le altre misure processuali, ordinamentali e organizzative che anche l’Associazione nazionale magistrati ha immaginato”.

Poniz, che ha rivendicato la proposta dei magistrati relativa all’interruzione della prescrizione dopo la sentenza di condanna di primo grado, ha sottolineato come la riforma a firma del Guardasigilli vada nella giusta direzione.

Prescrizione senza passi avanti, vertice di maggioranza su intercettazioni

La riforma della prescrizione, nonostante il placet di ieri dei magistrati, solleva forti dubbi, come noto, anche all’interno della maggioranza (senza parlare della ferma contrarietà ripetutamente manifestata dalle Camere penali e dall’Avvocatura).

Passi in avanti, tra le forze di Governo, si sarebbero avuti, invece, rispetto al nodo intercettazioni: si dovrebbe tenere, proprio oggi pomeriggio, un vertice di maggioranza sull’ipotesi di presentare domani, in CdM, un apposito decreto-legge con cui disciplinare la fase transitoria della riforma. L’altra possibilità è che ne venga disposto, mediante il milleproroghe, lo slittamento di 6 mesi.

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