Reato di partecipazione ad associazione di tipo mafioso: l'indagine a carico dell'amministratore non è sufficiente, di per sé, a legittimare il sequestro nei confronti dell'azienda.
Ai fini del sequestro funzionale alla confisca del patrimonio di un'azienda amministrata da un soggetto indagato per associazione mafiosa, occorre dimostrare una correlazione, specifica e concreta, tra la gestione dell'impresa alla quale appartengono i beni da sequestrare e le attività riconducibili all'ipotizzato sodalizio criminale.
Non basta, di per sé, il riferimento alla sola circostanza che il soggetto eserciti le funzioni di amministrazione della società, ovvero la mera partecipazione al sodalizio criminale dell'amministratore.
E' quanto puntualizzato dalla Corte di cassazione con sentenza n. 34800 del 20 settembre 2022, nel pronunciarsi sulla legittimità o meno del sequestro disposto nei confronti del patrimonio di una società nell'ambito dell'indagine per il delitto di partecipazione ad associazione mafiosa a carico dell'amministratore.
Nella specie, gli Ermellini hanno annullato l'ordinanza confermativa della misura cautelare in quanto non emergeva, in essa, alcuna compiuta motivazione sulla necessaria correlazione, specifica e concreta, che avrebbe potuto giustificare il sequestro nei confronti del patrimonio dell'azienda.
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