Il Consiglio di Stato - sentenza 109 dell'11 gennaio 2018 - nell'accogliere il ricorso della Cassa nazionale dei dottori commercialisti (Cnpadc) contro la decisione del Tar Lazio (la 6103/2013), che obbligava la stessa a riversare ad apposito capitolo di entrata del bilancio dello Stato le riduzioni di spesa imposte dalla spending review della legge 135/2012 del Governo Monti, decide che i risparmi devono restare alla Cassa.
Come ha affermato la Corte Costituzionale, nel riconoscere sussistente la violazione degli artt. 3, 38 e 97 Cost., “la scelta di privilegiare, attraverso il prelievo, esigenze del bilancio statale rispetto alla garanzia, per gli iscritti alla CNPADC, di vedere impiegato il risparmio di spesa corrente per le prestazioni previdenziali non è conforme né al canone della ragionevolezza, né alla tutela dei diritti degli iscritti alla Cassa, garantita dall’art. 38 Cost., né al buon andamento della gestione amministrativa della medesima”, in quanto:
Pertanto, si dichiara la fondatezza dei motivi di appello:
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