L'Associazione Italiana Dottori Commercialisti si dice sconcertata per la proposta dell’ex viceministro Massimo Garavaglia di pagare una maggiore Iva nel 2020 - al 25,2% - per poi sperare di avere un rimborso nel 2021.
"Pur tralasciando evidenti perplessità di natura tecnico operativa, siamo consapevoli - commenta l'Aidc in una nota - che la materia tributaria torna ad essere solo terreno di conflitto elettorale, restando mero strumento di promesse chimeriche ai contribuenti, invece di formare oggetto di un serio e concreto progetto di vera riforma".
Ma la politica non è nuova a questo atteggiamento. L’Associazione ricorda che già l’ex viceministro Bitonci, che ora sostiene pubblicamente le rimostranze delle associazioni sindacali di categoria avverso l’improvvida introduzione degli Isa, avvenuta in maniera frammentaria e tardiva, non si curò della tempestiva segnalazione dell’ Aidc nel mese di maggio, quando poteva intervenire quale viceministro: lo ha fatto solamente all’indomani della caduta del suo Governo, quando ormai non avrebbe più potuto agire nell’ambito della sua funzione.
L’Aidc ribadisce i propri 10 punti, presentati a tutti i rappresentanti politici nel corso della precedente campagna elettorale, volti ad una semplificazione reale, con uno sguardo concreto al controllo della spesa pubblica ed agli incentivi all’economia:
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