L’Aidc Milano denuncia la violazione del diritto Ue: la normativa sul “monitoraggio fiscale” è idonea a dissuadere gli investimenti in altri Stati membri.
La Commissione europea incamera la denuncia dell’Aidc Milano per la violazione del diritto Ue da parte dello Stato italiano e dell’Agenzia delle entrate: la normativa degli obblighi di dichiarazione annuale per gli investimenti e le attività detenute all’estero “monitoraggio fiscale” è idonea a dissuadere gli investimenti in altri Stati membri.
La Commissione per l'esame della compatibilità di leggi e prassi tributarie italiane con il diritto dell'Unione Europea - Aidc sezione di Milano - con la denuncia n. 14 del 12 dicembre 2019, mette in evidenza la complessità, rispetto alle esigenze di accertamento dei redditi prodotti all’estero, degli obblighi dichiarativi nel quadro RW (Dl 167 del 28 giugno 1990 e successive modificazioni), in violazione del principio di libera circolazione dei capitali di cui all’articolo 63, paragrafo 1 del Tfue.
Nonostante la riforma introdotta con la Legge europea 2013, in ottemperanza della semplificazione degli obblighi dichiarativi citati formulata dalla Commissione europea, i provvedimenti nazionali, si legge nella denuncia:
Violano, altresì, il principio di proporzionalità:
I provvedimenti incriminati:
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