“Puntare su riorganizzazione degli studi professionali e cogliere l’occasione per fare rete’”: questo l'invito dell'Aidc, che dice no alla proroga della fatturazione elettronica.
Il divario tra il reddito prodotto dai dottori commercialisti singoli e quelli organizzati in forma associata – si legge nell'ultimo comunicato del 26 novembre 2018 - è quasi del 100% in tutte le regioni d’Italia. Ed è forse questo il tema che andrebbe affrontato con serietà nell’interesse di categoria, piuttosto che coltivare le effimere illusioni di presunte proroghe o prossime esclusive. La sfida che ci si pone davanti è dunque quella di saper coniugare specializzazione ed organizzazione”.
L’Associazione Italiana Dottori Commercialisti spiega: “L’obbligo generalizzato di fatturazione elettronica comporterà una gran mole di dati che dovranno essere gestiti tramite il sistema di interscambio, una rivoluzione nell’organizzazione degli studi professionali, con la necessità di giuste garanzie in materia di privacy (peraltro già anticipate con il sistema P.A. ed il sistema Tessera Sanitaria, relativamente ai 730 precompilati). Tali potenziali problematiche hanno indotto il Consiglio Nazionale a richiedere un’introduzione graduale della fattura elettronica, altri a respingerne la stessa idea ed infine qualcuno a paventare una proroga dell’introduzione o addirittura una class action, senza aver alcun titolo a rappresentare l’intera categoria. Ma arrivati a questo punto, domandiamoci quali sono gli effetti di un’eventuale proroga”.
La proroga “non gioverebbe certo ai dottori commercialisti che si sono preparati con scrupolo e professionalità. Non allo Stato, a cui verrebbero a mancare entrate previste per circa 1,9 miliardi di euro. Non alle imprese che hanno investito per affrontare il cambiamento. L’impressione è che la proroga tuteli solamente chi non si è preparato, pur dovendolo fare o peggio ancora si perseguano battaglie di retroguardia al solo scopo di intraprendere carriere politiche personali e personalistiche. Non siamo fan della fatturazione elettronica, ma siamo pronti ad affrontare un processo il cui avvio era noto da tempo e che solo i meno avveduti hanno trascurato. Il cambiamento è stato in realtà introdotto oltre 10 anni fa, con la legge 244/2007, che ha istituito l’obbligo di fatturazione elettronica verso la Pubblica Amministrazione. Il processo oggi funziona anche se non tutti i professionisti sono integralmente coinvolti: nel corso del 2017 sono stati trasmessi oltre 30 milioni di file contenenti fatture elettroniche”.
Garantire la privacy è compito dell’Agenzia delle Entrate, essendo il soggetto attore del sistema di interscambio. La soluzione si troverà in tempo.
Intanto, sul sito dell’Aidc Milano sono disponibili 5 video tutorial sull’e-fattura. Con un linguaggio pensato per l'utenza dei clienti, aiuteranno i dottori commercialisti a formare e informare il cliente sulla nuova modalità di fatturazione e sull'iter da seguire.
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