Con una nota sul sito, l'Aidc spiega le 10 proposte alla politica presentate a Milano in conferenza stampa per dare nuovo slancio ad imprese e professionisti.
Sulle proposte alla politica il presidente, Andrea Ferrari, spiega che "si articolano su tre capitoli: razionalizzazione dell’impianto normativo tributario, controllo della spesa pubblica, misure incentivanti di carattere tributario. Abbiamo inteso proporre misure semplici, di facile ed immediata attuazione, ma soprattutto coerenti con le necessità del Paese, di professionisti ed imprese, senza però trascurare le esigenze di copertura finanziaria e di mantenimento dell’impianto sociale del Paese, anzi in un'ottica di miglioramento".
Quanto al disagio della categoria anche per il difficile rapporto con l’amministrazione finanziaria “dalla quale – critica il presidente Aidc - ci sentiamo trattati, e soprattutto vediamo trattati i contribuenti, come sudditi piuttosto che come cittadini”, Andrea Ferrari punta a “ridare dignità al rapporto contribuente-Stato, operando, in quanto dottori commercialisti, per tale dignità".
Anche la riforma dell'Ordinamento tributario tra i temi. Si chiede maggiore certezza del diritto: “Chi oggi decide di fare impresa in Italia è preoccupato dalla sfuggevolezza della continuità normativa in Italia. A nostro giudizio la discontinuità è più dannosa che non il contenuto della norma perché ciò incide sulla competitività".
Ecco le 10 proposte Aidc:
Irretroattività rafforzata di norme tributare; certezza ed immutabilità del quadro impositivo nel momento in cui il reddito è percepito; divieto di normazione impropria, ecc. Tali principi sono spesso violati in quanto, ad oggi, lo Statuto è legge ordinaria, e, pertanto, come tale derogabile con legge di pari forza.
Le norme in tre testi unici:
Per garantire una maggiore terzietà delle commissioni tributarie si chiede di ricondurle all’interno del Ministero di Giustizia, dal momento che del MEF fanno parte l’Agenzia delle Entrate e le altre articolazioni dell’amministrazione finanziaria, che sono però la controparte del contribuente nel processo tributario. La riallocazione del giudice tributario dovrebbe condurre anche ad un ripensamento dell’istituto della mediazione tributaria, da svolgersi in ambito neutro.
Il sistema degli acconti di imposta, in base al quale le imposte devono essere versate in acconto nella loro interezza, fa sì che nel primo anno di attività un professionista o un imprenditore si trovi a pagare le imposte in misura doppia rispetto al reddito prodotto, giacché nello stesso anno si sommano saldo ed acconto. Per questo motivo, si deve prevedere che gli acconti, per le nuove attività d’impresa e professione, siano dovuti in misura graduale nei primi cinque anni di attività. L’agevolazione deve essere chiaramente circoscritta alle sole nuove iniziative che non possano in alcun modo configurare prosecuzioni di attività precedentemente intraprese.
Si propone di stimolare ad incrementare ulteriormente il reddito di imprese e professionisti virtuosi con la detassazione parziale del suo valore incrementale, con una previsione antielusiva, e, per lo sviluppo anche dimensionale di imprese e professioni, introdurre un ulteriore beneficio commisurato al reddito incrementale.
Gli studi associati dovrebbero:
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