Presentata alla Camera una proposta di Legge (n. 1501) che prevede una nuova Flat tax per imprese e Partite IVA che si applicherebbe, a partire dal 2020, sul reddito incrementale rispetto all’anno precedente, aumentato dell’incremento ISTAT.
Si tratta di una imposta sostitutiva agevolata, denominata IRPEFIRESPLUS del 15%, che andrebbe a sostituire tutte le tasse (Irpef o Ires e addizionali) applicandosi esclusivamente alla parte incrementale del reddito (almeno il 10% in più dell’anno precedente).
Su tale proposta di Legge si sono espresse le associazioni dei commercialisti (ADC – ANC), che in un comunicato datato 15 marzo 2019 evidenziano come – nonostante alcune criticità proprie della Flax tax – l’applicazione di una tassazione piatta con conseguente alleggerimento della pressione fiscale possa rivelarsi vantaggioso per incrementare l’attività imprenditoriale ed anche quella libero-professionale.
Le stesse associazioni evidenziano, poi, come nella proposta di legge sia specificato che: “ viene fissato un tetto di conformità del reddito dichiarato pari al 10% di incremento rispetto al reddito dichiarato nell’anno precedente. Raggiunto il tetto del 10% non avranno luogo accertamenti fiscali se non nel caso di frodi fiscali o di altre condizioni che determinino l’insorgenza di reati penali”.
Per i commercialisti, dunque, “l’abbassamento dell’aliquota contributiva e del tetto dell’incremento reddituale, costituisce un doppio sistema premiale che andrà a vantaggio di imprese e cittadini che si impegnano nelle attività ottenendo buoni risultati”.
Al fine, poi, di non rimanere solo spettatori, ma essere anche propositivi e collaborativi con le istituzioni, i commercialisti rilanciano sulla proposta di legge, chiedendo un allargamento della platea dei destinatari, comprendendo anche le aggregazioni tra professionisti.
Le associazioni professionali, infatti, dopo aver più volte segnalato che la Legge sulla Flat tax comporta un grave disincentivo nei confronti delle aggregazioni, si stanno adoperando ora, affinché la nuova proposta di legge stabilisca l’applicazione dell’aliquota al 15% anche ai singoli professionisti uniti in aggregazione, anche interprofessionale, qualora il singolo professionista rientri nei limiti stabiliti dalla norma.
Secondo l’ADC e l’ANC tale modifica non comporterebbe oneri per lo Stato, in quanto l’aliquota agevolata sarebbe già prevista per il professionista non aggregato.
Si tratterebbe, invece, di un atto dovuto soprattutto in questo periodo storico di difficoltà di accesso al mercato del lavoro per i giovani e le donne.
Secondo i commercialisti, infatti, sarebbe doveroso prevedere la possibilità, per le libere professioniste e per i professionisti under32, di sforare i limiti stabiliti dalla norma.
Infine, essi ritengono che i loro suggerimenti possano rivelarsi un volano per le aggregazioni professionali e per il Paese, incentivando gli investimenti e lo sviluppo del mercato del lavoro e del suo indotto.
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