La temuta rottura tra i vicepremier sul condono fiscale, alla fine, non vi è stata.
Nel Consiglio dei ministri, riunito sabato 20 ottobre, è stato ritrovato l’accordo: eliminato, dal decreto fiscale, qualsiasi riferimento a scudo penale o a beni e ricchezze all’estero.
I tagli, dunque, riguardano l’articolo 9 del provvedimento dedicato alla dichiarazione integrativa: come ha dichiarato il premier Conte, si tratta di una sorta di “ravvedimento operoso”, che non permetterà di integrare maggiori imponibili per le due mini-patrimoniali estere su immobili e attività finanziarie (rispettivamente Ivie e Ivafe). Cancellata qualsiasi idea, semmai vi fosse stata, di una nuova voluntary disclosure.
Più aperura però verso il saldo e lo stralcio delle cartelle Equitalia per tutte le persone in difficoltà: il cittadino potrà evidenziare le difficoltà economiche che gli hanno impedito di versare quanto dovuto.
Il decreto fiscale in versione “ufficiale” potrebbe essere bollinato già oggi, lunedì, per apparire in “Gazzetta Ufficiale” martedì 23 ottobre.
Il nuovo quadro di dichiarazione integrativa prevede l’emersione fino a 100mila euro per periodo d’imposta e comunque non oltre il 30% di quanto dichiarato. Eliminate tutte le esimenti penali presenti nelle bozze: nessun aiuto per reati tributari o reati connessi a riciclaggio o autoriciclaggio.
Previsti tagli a sanzioni e interessi per gli avvisi di accertamento, di rettifica e liquidazione e gli atti di recupero notificati entro l’entrata in vigore del Dl, a patto che non siano stati impugnati e siano ancora impugnabili alla stessa data. L’adesione deve avvenire in tempi rapidissimi: 30 giorni dall’entrata in vigore del decreto.
Sempre nel Consiglio dei Ministri di sabato, il governo ha preso atto della lettera dei Commissari europei Dombrovskis e Moscovici, del 18 ottobre 2018, dalla quale emerge la volontà di bocciare la manovra 2019 che si intende varare.
Entro oggi a mezzogiorno è attesa la risposta del Governo italiano: l’intento è di confermare sia la legge di bilancio annunciata sia il 2,4% di deficit. Vi è però apertura del premier Conte a dialoghi costruttivi con i membri Ue.
Infine, viene ribadito che l’Italia non ha alcuna intenzione di uscire dall’Unione Europea o di rinunciare all’euro.
Dall’Associazione Italiana Dottori Commercialisti (AIDC) arriva un duro commento che condanna il ricorso a condoni e rottamazioni. Tali manovre sono solo espedienti – commenta il Presidente Ferrari - per aumentare le entrate dello Stato colpendo le tasche dei contribuenti.
“Un provvedimento di condono - che comunque rappresenta una mortificazione per chi esercita la professione di Dottore Commercialista, spogliando di contenuto e credibilità la continua attività di educazione fiscale che la nostra categoria conduce - può trovare ragione esclusivamente in un momento di radicale modificazione del sistema tributario, nella sua forma e nei suoi principi”, è quanto espresso da Ferrari.
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