Whistleblowing, ecco cosa fare per evitare le sanzioni

Pubblicato il 22 novembre 2023

Per le aziende che hanno impiegato nell’ultimo anno mediamente tra i 50 e i 249 lavoratori subordinati mancano pochi giorni per mettersi in regola con gli adempimenti previsti dal D.Lgs. n. 24/2023 in tema di whistleblowing, di grande attualità per l’importanza che riveste in un’ottica di trasparenza e lotta alla corruzione e che è stato al centro di numerosi interventi legislativi ed amministrativi (quali, ad esempio, le recenti linee guida di Confindustria oggetto dell’articolo “Da Confindustria la guida operativa al whistleblowing”, cui si rinvia).

Cosa fare entro il 17 dicembre 2023 per evitare le sanzioni?

Vediamolo insieme, non prima di fare un breve quadro riassuntivo dell’istituto del whistleblowing.

Whistleblowing, nozione e ambito soggettivo

L’istituto del whistleblowing è uno strumento giuridico che tutela i lavoratori che segnalano illeciti ai soggetti incaricati (ANAC o Autorità giudiziarie), introdotto nel nostro ordinamento con il D.Lgs. n. 24/2023 che ha recepito i principi espressi nella direttiva (UE) 2019/1937 ampliando la portata delle regole già esistenti (D.Lgs. n. 165/2001 per il settore pubblico e D.Lgs. n. 231/2001 per quello privato).

Obiettivo del legislatore è fare in modo che enti e aziende predispongano canali di segnalazione riservati e sicuri che tutelino in modo efficace i segnalanti da possibili ritorsioni.

Sono tenuti a rispettare la disciplina, e quindi obbligati a predisporre i canali di segnalazione, i soggetti privati che soddisfano almeno una delle seguenti condizioni:

Rientrano nell’obbligo di predisporre i canali di segnalazione anche le amministrazioni pubbliche, quali ad esempio le autorità amministrative indipendenti, gli enti pubblici economici organismi di diritto pubblico.

Legittimati alla segnalazione sono:

Cosa può essere segnalato

Le segnalazioni possono riguardare comportamenti, atti od omissioni che ledono l’interesse pubblico o l’integrità dell’amministrazione pubblica o dell’organizzazione privata, quali ad esempio:

NOTA BENE: Le segnalazioni possono riguardare anche violazioni non ancora commesse che il segnalante ritiene potrebbero diventare tali sulla base di elementi concreti, mentre non devono essere riconducibili a rimostranze personali o richieste di interventi in merito ai rapporti che intercorrono con colleghi e superiori.

Le date da ricordare

Le nuove regole sono in vigore dal 15 luglio 2023 per l’intero settore pubblico e per le aziende private che hanno impiegato nell’ultimo anno una media di lavoratori subordinati, anche a tempo determinato, pari o superiore a 250 nonché per quelle che si occupano di alcuni settori particolari (servizi, prodotti e mercati finanziari, sicurezza dei trasporti, tutela dell’ambiente), a prescindere dalla forza occupata.

I soggetti del settore privato che hanno impiegato invece, nell’ultimo anno, una media non superiore a 249 dipendenti anche a tempo determinato devono garantire la riservatezza dell’identità del segnalante, e quindi attivare canali di segnalazione gestiti da personale dedicato, entro il 17 dicembre 2023.

L’obbligo si sostanzia nell’adozione di una piattaforma di segnalazione sicura, che tuteli la riservatezza dell’identità e i dati personali dei denuncianti rispettando le regole e i principi contenuti nel GDPR.

NOTA BENE: Con riferimento ai periodi precedenti al 17 dicembre 2023, per i soggetti del settore privato che hanno l'obbligo di istituire un canale di segnalazione da tale data, continua ad applicarsi l'art. 6, comma 2-bis, lettere a) e b), del D.Lgs. n. 231/2001 nella formulazione vigente fino al 30 marzo 2023 (data di entrata in vigore del D.Lgs. n. 24/2023).

Sanzioni

Le sanzioni vanno da 10.000 a 50.000 euro in caso di:

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