Voluntary disclosure ancora dubbi da chiarire per evitare il blocco delle domande

Pubblicato il 15 aprile 2015 Dalle domande che continuano a pervenire dai professionisti intervenuti nei recenti convegni organizzati sul tema della Voluntary disclosure e dall’analisi delle varie tipologie di rimpatri finora effettuati appaiono ancora evidenti le molte difficoltà di interpretazione della proceduta di collaborazione volontaria per il rientro di capitali detenuti illecitamente all’estero.

Recentemente lo stesso Governo si è detto impegnato sul tema del raddoppio dei termini di accertamento, che rende sconveniente l'adesione. L'intervento per scongiurarlo con un decreto urgente sembra plausibile non prima di fine maggio, con la conseguenza che i moltissimi contribuenti canditati al rimpatrio restano al momento in attesa, temendo proprio che un possibile “raddoppio” potrebbe rendere molto sconveniente il costo del rimpatrio di lungo periodo, dato che il rischio effettivo sembra essere quello di importi corrispondenti alle somme da rimpatriare.

Oltre ai professionisti, anche l’Ucifi dell’Agenzia delle Entrate (Ufficio centrale per il contrasto agli illeciti fiscali internazionali), auspica uno sblocco delle domande di quanti sono pronti a presentare le istanze di sanatoria, ma temono le conseguenze del raddoppio dei termini di accertamento derivante da una contestazione penale. Il decreto potrebbe “sbloccare il flusso di presentazione delle domande di voluntary disclosure ed evitare un’eccessiva concentrazione delle istanze in prossimità della chiusura della finestra per l’adesione”.

Intanto, Antonio Martino, responsabile dell’Ucifi - intervenuto a Milano proprio in occasione del Convegno sulla collaborazione volontaria intitolato "L’Agenzia incontra i professionisti", organizzato dalla Direzione regionale Lombardia delle Entrate, dall’Odcec di Milano e dal Codis - fa sapere che l’Agenzia delle Entrate si sta attivando per chiedere a Berna l’elenco dei contribuenti che si sono trasferiti in Svizzera nel 2015, per eludere la regolarizzazione dei capitali illecitamente detenuti all’estero.

Non sono quindi da accettare soluzioni offshore con trust, espatri e altri strumenti giuridici di diritto straniero che magari possono essere, nel frattempo, offerte da alcuni professionisti o consulenti. Anzi, l’Agenzia stessa si dice pronta a collaborare con i professionisti per intercettare e gestire le criticità della disclosure.
Condividi l'articolo
Potrebbe interessarti anche

CCNL Porti - Accordo di rinnovo del 18/11/2024

22/11/2024

CCNL Comunicazione artigianato - Ipotesi di accordo del 18/11/2024

22/11/2024

Ccnl Porti. Rinnovo

22/11/2024

Comunicazione artigianato. Rinnovo

22/11/2024

CCNL Terziario Confesercenti - Accordo integrativo del 4/11/2024

22/11/2024

Società di ingegneria: validi i contratti con soggetti privati post 1997

22/11/2024

Ai sensi dell'individuazione delle modalità semplificate per l'informativa e l'acquisizione del consenso per l'uso dei dati personali - Regolamento (UE) n.2016/679 (GDPR)
Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei "social plugin".

Leggi informativa sulla privacy