Il percorso per la concreta attuazione del federalismo fiscale è lungo e complicato. Da qui al 2018 si procederà per tappe. Ogni anno entreranno in vigore nuove norme tali da consentire a Regioni, Province e Comuni di adeguarsi gradualmente alle maggiori competenze fiscali che verranno loro affidate.
Il programma è ampio e prenderà le prime mosse già a partire dal 2011, per procedere fino al 2019, anno del debutto ufficiale del federalismo fiscale. Il percorso si articolerà su diverse fasi: fino al 2013 ci sarà una fase preparatoria; dal 2014 in poi subentrerà, invece, una fase sperimentale.
I passaggi del nuovo federalismo fiscale sono stati delineati in un maxi-decreto legislativo sull’autonomia tributaria regionale e provinciale e sui costi e fabbisogni standard in campo sanitario, approvato in via preliminare dal Consiglio dei ministri in data 7 ottobre 2010.
Nella seduta, il testo del provvedimento attuativo non è stato modificato rispetto a quello in ingresso. Il decreto verrà ora sottoposto alla Conferenza Stato-Regioni e all'esame del Parlamento prima di tornare in Consiglio dei ministri per l'approvazione definitiva.
Secondo quanto commentato dal ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, il federalismo fiscale è un elemento che unisce e non divide il Paese. Nel discorso si sottolinea, come si sia molto avanti nel processo che porterà al suo completamento e che ha come obiettivo finale quello dell’”invarianza fiscale”. Il federalismo, infatti, “non aumenterà la pressione fiscale ma anzi, introducendo meccanismi di controllo delle forme eccessive della spesa pubblica….fermi restando i servizi, offrirà ampi margini di risparmio e potrà aprire spazi per ridurre la pressione fiscale”. In conclusione, lo stesso Ministro ha annunciato che: “chiusi i sette decreti del federalismo, il Governo chiederà la delega per la riforma fiscale”.
Il provvedimento attuativo del federalismo fiscale si snoda in 27 articoli di cui si citano solo alcuni punti principali riguardanti l’Irpef e l’Iva.
Irpef: cambia la tassazione sulle locazioni, con l’istituzione della cedolare secca al 20% sugli affitti, esclusi gli immobili monoabitativi e quelli di proprietà di persone giuridiche. Dal 2011 il contribuente può continuare ad applicare la vecchia Irpef o scegliere di assoggettare i canoni annui a un’imposta del 20%. La cedolare assorbe anche l’imposta di registro.
Iva: l’Imposta continua ad avere il compito di finanziarie la spesa sanitaria. Dal 2011 al 2013 l’aliquota di compartecipazione al gettito dell’imposta sul valore aggiunto è calcolata in base alla normativa vigente. Il decreto stabilisce che a ciascuna Regione a statuto ordinario spetta una compartecipazione al gettito Iva, le cui modalità di attribuzione cambieranno dal 2013. Dalla data indicata, le risorse verranno attribuite sulla base del principio di territorialità che tiene conto del luogo del consumo. La quota non sarà più fissa al 25%, ma varierà. Dal 2014 la percentuale sarà stabilita dal Governo, in modo da garantire agli enti territoriali il finanziamento delle spese essenziali.
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