Con sentenza n. 29061 depositata l'8 luglio 2015, la Corte di Cassazione, seconda sezione penale, ha accolto il ricorso di due società – quali parti civili – avverso la pronuncia con cui la Corte d'Appello aveva assolto degli imputati "perché il fatto non sussiste", dai reati di cui agli artt. 615 ter, 621 e 640 ter c.p.
Avverso detta statuizione, i ricorrenti censuravano la ritenuta inutilizzabilità, da parte dei giudici territoriali, delle risultanze probatorie contenute in documenti informatici estratti da computers sequestrati.
Secondo la Cassazione – che ha accolto la censura – la Corte d'Appello ha errato che nel ritenere che l'ipotizzata inosservanza della Legge 48/2008 desse luogo, nel caso di specie, ad inutilizzabilità dei documenti probatori.
Invero, la citata normativa ha previsto la possibilità di estrarre copia dei dati dai supporti informatici, purché con modalità tali da garantire la conformità tra quelli acquisiti e quelli originali.
Nella fattispecie dunque, non si tratta di inutilizzabilità, quanto piuttosto di valutazione in concreto circa l'eventuale alterazione o meno dei dati originali e della corrispondenza tra gli originali e quelli estratti; valutazione, tuttavia, di cui non vi è alcuna traccia nella motivazione della pronuncia impugnata.
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