La prossima stagione delle dichiarazioni dei redditi sarà un banco di prova per constatare fino a che punto gli studi di settore rispecchiano congruamente le posizioni dei contribuenti. Da più di dieci anni, infatti, gli studi di settore vengono utilizzati dall’Amministrazione finanziaria per cercare di recuperare una parte dell’evasione fiscale che si verifica nel settore delle piccole e medie imprese e del lavoro autonomo. Dagli ultimi dati diffusi dal Sose sembrerebbe che questo obiettivo è stato in buona parte raggiunto. Tuttavia, per poter correttamente verificare se i contribuenti sono più o meno congrui sembrerebbe necessario anche avere a disposizione i modelli matematici con cui gli studi vengono elaborati al fine di favorire non solo gli stessi contribuenti, ma anche gli uffici in caso di contraddittorio. Così, anche a seguito di alcune sentenze della Cassazione che hanno negato ogni forma di automatismo che riguarda gli studi di settore, dal prossimo 8 aprile verrà reso attivo un servizio di banca dati online, da cui potranno essere presi tutti i dati riguardanti le imprese e le diverse realtà economiche che riguardano i soggetti interessati agli studi di settore.
Per ciò che riguarda l’impatto che gli studi di settore avranno sul modello Unico 2010, è da segnalare:
in primo luogo, il trasferimento dal modello Iva al quadro RF del modello dei redditi delle indicazioni riguardanti il maggiore volume d’affari;
in secondo luogo, dopo l’approvazione definitiva dei modelli e dei provvedimenti, l’individuazione dei campi da compilare per un corretto funzionamento. Molto importante sarà anche la richiesta di nuove indicazioni, che potranno essere utilizzate per la revisione dello studio;
infine, porgere molta attenzione alla compilazione del quadro annotazioni, in cui possono essere motivati gli eventuali disallineamenti che si potranno segnalare anticipatamente all’agenzia delle Entrate, seguiti dalle possibili giustificazioni di natura oggettiva e soggettiva riscontate sul contribuente.
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