Un anno in più per Opzione donna: i requisiti

Pubblicato il 11 novembre 2021

Rinnovata per un altro anno Opzione donna, ma con i vecchi requisiti anagrafici. È quanto prevede il testo finale del disegno di legge Bilancio 2022 che approderà in Senato nei prossimi giorni.

Con questa limatura, l'articolato finale della Manovra finanziaria lascia invariati i paletti anagrafici attualmente vigenti per Opzione donna, prorogando la sperimentazione per il 2022.

Il "ripensamento" del legislatore è avvenuto a seguito di un confronto con le parti sociali e in risposta alle fibrillazioni politiche di questi giorni sfociate in una interrogazione parlamentare a cui il Ministro del Lavoro, Andrea Orlando, aveva risposto nel corso del question time svoltosi alla Camera lo scorso 3 novembre. In quella occasione il Ministro aveva infatti ufficializzato l'intenzione di rivedere, in senso più favorevole rispetto all'iniziale proposta presentata al Consiglio dei Ministri, i criteri anagrafici per l'accesso a Opzione donna.

Opzione donna: cosa è

Opzione Donna è un trattamento pensionistico calcolato secondo le regole di calcolo del sistema contributivo di cui al decreto legislativo 180/1997.

L'assegno pensionistico è erogato, a domanda, alle lavoratrici dipendenti e autonome che hanno maturato i requisiti (contributivi e anagrafici) previsti dalla legge.

Introdotta dalla legge n. 243/2004 in via sperimentale, fino al 31 dicembre 2015, la misura è stata successivamente riformulata dal decreto legge 28 gennaio 2019, n. 4 convertito con modificazioni dalla L. 28 marzo 2019, n. 26.

In pratica, per il 2021, l’opzione consente alle donne di anticipare i tempi della pensione a condizione che abbiano maturato entro il 31 dicembre 2020:

- un’anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni;

- un’età anagrafica pari o superiore a 58 anni (per le lavoratrici dipendenti) e a 59 anni (per le lavoratrici autonome).

Ai fini del perfezionamento del requisito contributivo è valutabile la contribuzione versata o accreditata in favore dell’assicurata a qualsiasi titolo, al netto dei periodi di malattia, disoccupazione e/o prestazioni equivalenti, ove richiesto dalla gestione a carico della quale è liquidato il trattamento pensionistico.

Opzione donna: decorrenza della pensione

La decorrenza della pensione avviene trascorsi:

Le lavoratrici del comparto scuola e dell’Alta Formazione Artistica Musicale e Coreutica (AFAM), al ricorrere dei requisiti, possono conseguire il trattamento pensionistico rispettivamente a decorrere dal 1° settembre e dal 1° novembre 2021.

Opzione donna: le novità per il 2022

Il disegno di legge di Bilancio 2022, nella sua versione (verosimilmente) finale proroga di un anno le disposizioni di cui all'articolo 16 del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, prevedendo pertanto che possano aderire a Opzione Donna, secondo le regole di calcolo del sistema contributivo previste dal decreto legislativo 30 aprile 1997, n. 180, le lavoratrici che entro il 31 dicembre 2021 abbiano maturato un'anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni e un'età pari o superiore a 58 anni per le lavoratrici dipendenti e a 59 anni per le lavoratrici autonome.

Il requisito di età anagrafica non è adeguato agli incrementi alla speranza di vita di cui all'articolo 12 del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122.

Le lavoratrici del comparto scuola e AFAM possono presentare domanda di cessazione dal servizio entro il 28 febbraio 2021, con effetti dall'inizio rispettivamente dell'anno scolastico o accademico.

N.B. La bozza del disegno di legge di Bilancio 2022 prevedeva inizialmente l’innalzamento dell'età anagrafica a 60 anni per le dipendenti e a 61 anni per le autonome. 

Opzione donna: cessazione del rapporto di lavoro

Per conseguire la pensione Opzione Donna è necessario che la lavoratrice dipendente cessi il rapporto di lavoro.

Non è invece richiesta la cessazione dell'attività per la lavoratrice autonoma.

Opzione donna: domanda

Si ricorda che l'adesione a Opzione Donna è possibile su domanda.

La richiesta va presentata online all’INPS attraverso il servizio dedicato.

In alternativa, si può fare la domanda tramite Contact center o avvalendosi degli enti di patronato e degli intermediari dell'Istituto attraverso i servizi telematici messi a loro disposizione dall'INPS.

Opzione donna: alcuni dati

Secondo l'ultimo Rapporto Annuale dell’INPS presentato lo scorso luglio i pensionamenti attraverso Opzione Donna con decorrenza 2020 sono stati circa 15.500 e hanno rappresentato il 12% dei pensionamenti anticipati e il 2% dei pensionamenti totali delle donne.

Si tratta di percentuali piuttosto basse presumibilmente a causa della penalizzazione a cui va incontro chi esercita l’opzione.

La misura è stata utilizzata prevalentemente da soggetti con redditi bassi, a volte silenti, ovvero senza versamenti contributivi nell’anno antecedente al pensionamento.

Nel Rapporto Annuale viene poi rilevata un’elevata propensione all’anticipo pensionistico con Opzione Donna tra le lavoratrici del settore agricolo e, in misura relativamente minore rispetto all’agricoltura, anche nel settore pubblico e tra le autonome, rispetto al privato.

Per il settore privato, il reddito basso si conferma essere la determinante più significativa per la scelta di Opzione donna.

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