UE. Va sanzionato l’abuso di contratti a termine

Pubblicato il 26 ottobre 2018

La Corte di giustizia europea si è espressa sui principi che devono sottendere ai contratti di lavoro a tempo determinato.

La controversia è stata attivata da una dipendente di un ente lirico che tra il 2007 e il 2011 ha lavorato sempre sulla base di contratti a termine: la lavoratrice ha sottolineato di aver svolto le stesse funzioni di quelle attribuite al personale assunto a tempo indeterminato e che nei suoi contratti di lavoro non erano indicate le esigenze tecniche, organizzative o produttive specifiche che avrebbero giustificato la loro conclusione a tempo determinato.

Con sentenza sulla causa C-331/17 del 25 ottobre 2018, la Corte Ue ha accertato che la normativa nazionale non consente in nessuna ipotesi, nel settore di attività delle fondazioni lirico-sinfoniche, la trasformazione dei contratti di lavoro a tempo determinato in un contratto a tempo indeterminato.

Ciò può dar luogo ad una discriminazione tra lavoratori a tempo determinato di detto settore e lavoratori a tempo determinato degli altri settori, in quanto questi ultimi, dopo la conversione del loro contratto di lavoro in caso di violazione delle norme relative alla conclusione di contratti a tempo determinato, possono diventare lavoratori a tempo indeterminato.

In conclusione, le norme italiane sul lavoro a tempo determinato del settore delle fondazioni lirico-sinfoniche sono illegittime poiché non prevedono sanzioni in caso di ricorso abusivo a una successione di contratti a tempo determinato o tramite la conversione automatica del contratto a tempo determinato in un contratto a tempo indeterminato, se il rapporto di lavoro perdura oltre una data precisa, o con un’indennità risarcitoria.

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