Il Tribunale di Ivrea, Sezione lavoro, ha accolto il ricorso di un dipendente di un’azienda, riconoscendo l’esistenza di un nesso causale tra l’uso scorretto del telefono cellulare – per via delle sue mansioni – e lo sviluppo di un tumore al cervello, dunque qualificato come malattia professionale.
Le motivazioni della sentenza – n. 96 del 30 marzo 2017 – non sono ancora state depositate. Si legge tuttavia nel dispositivo, che il dipendente in questione è affetto da malattia professionale (tumore benigno ma invalidante) che ha comportato un danno biologico permanente del 23%. Per l’effetto, l’Inail viene condannata alla corresponsione del relativo beneficio, oltre agli interessi al tasso legale e l’eventuale maggior danno in misura pari alla differenza tra la rivalutazione monetaria ed il tasso legale sui ratei maturati e non riscossi, a decorrere dal 121’ giorno dalla data della presentazione della domanda in sede amministrativa.
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