I giudici di Cassazione hanno confermato una decisione di merito con la quale la proprietaria di un immobile era stata condannata ad arretrare, sino alla distanza minima di legge di 5 metri dalla linea mediana del muro che separava la sua proprietà con quella dei vicini, un muro in cemento e una tettoria in legno che si appoggiava su di esso.
La Corte d’appello aveva in proposito confermato che si trattava di opere stabili poste in essere in violazione delle distanze legali tra fabbricati.
Nella sua decisione– ordinanza n. 21241 del 28 agosto 2018 – la Sesta sezione civile della Cassazione ha rigettato il ricorso della proprietaria, evidenziando l’irrilevanza del fatto che la tettoia in oggetto fosse stata autorizzata dal Comune.
L’autorizzazione amministrativa – ha ricordato – non incide sui rapporti di natura privatistica tra proprietari confinanti quando, come nella specie, venga accertato che si tratti di opera solida e stabile.
Ai sensi dell'individuazione delle modalità semplificate per l'informativa e l'acquisizione del consenso per l'uso dei dati personali - Regolamento (UE) n.2016/679 (GDPR)
Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei "social plugin".