Tesi contrapposte sulla natura della Dia: parola all'Adunanza Plenaria
Pubblicato il 14 febbraio 2011
Sarà l’Adunanza plenaria, ai sensi dell’art. 99 CPA, a dirimere la questione riguardante i rimedi di cui può disporre il terzo che si ritiene leso dalla Dia, denuncia di inizio di attività. Lo ha deciso la quarta sezione giurisdizionale del Consiglio di stato con l'ordinanza n.
14 del 5 gennaio 2011 trovandosi a trattare un caso relativo alla non impugnabilità della Dia di fronte al giudice amministrativo in quanto atto avente natura privatistica e non pubblicistica.
La sezione del C.d.S. ha rilevato che la questione è assai controversa esistendo tre tesi diverse riguardo ai rimedi giurisdizionali a favore del terzo dinanzi al giudice amministrativo avverso la denuncia (o dichiarazione) di inizio attività:
- esiste una tesi provvedimentale, che ammette limpugnativa per l’annullamento giurisdizionale del titolo abilitativo implicito, per cui la Dia sarebbe simile all’atto espresso, quale il permesso di costruire;
- esiste una tesi a favore della Dia come atto del privato, per cui occorre agire attraverso una azione di accertamento autonomo (negativo) della inesistenza dei presupposti per ritenere completata la fattispecie;
- esiste poi una tesi che anch'essa parte dalla natura privata dell’atto, ma richiede che il terzo, per opporsi all'atto, una volta decorsi i termini senza l’esercizio del potere inibitorio, debba presentare istanza formale e eventualmente impugnare il successivo atto negativo dell’amministrazione o di agire avverso la successiva inerzia amministrativa (silenzio-rifiuto).