Qual è il discrimine tra le due fattispecie di tentativo di furto aggravato dalla violenza sulla cosa e di tentativo di danneggiamento della stessa?
La Corte di cassazione, con sentenza 7559 del 19 febbraio 2019, ha fornito alcune utili precisazioni.
In particolare, ha sottolineato che, per operare la giusta qualificazione del fatto come tentativo di furto aggravato dalla violenza sulla cosa piuttosto che come tentativo di danneggiamento della stessa, occorre valutare le modalità dell'azione, i mezzi per realizzarla, le caratteristiche strutturali della cosa mobile, così da trarne elementi univocamente deponenti per l'uno o per l'altro orientamento della condotta del soggetto agente.
I due reati – ha precisato, infatti, la Quinta sezione penale - si distinguono non per la materialità del fatto, che può essere identica, ma per l'elemento intenzionale.
Occorre, quindi, identificare lo specifico finalismo dell'azione commessa, ossia se è stata rivolta, rispettivamente, all'impossessamento della cosa mobile, oppure al deterioramento della stessa.
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