Tax gap in Italia a 90 miliardi. Parola di Befera

Pubblicato il 03 aprile 2014 Ammonta a 90 miliardi di euro il tax gap stimato dall’Agenzia delle Entrate per il periodo compreso tra il 2001 e il 2010. Il mancato gettito legato all’evasione/elusione fiscale delle imposte Ires, Irpef, Irap, Iva e addizionali non accenna a diminuire, tanto che il Fisco ha dovuto abbandonare la politica dei controlli formali per intensificare, invece, quella degli accertamenti.

A spiegare la situazione attuale, Attilio Befera, direttore dell’Agenzia delle Entrate, nel corso dell’audizione in Commissione Finanze del Senato, che ha avuto come tema centrale proprio l’impegno alla lotta all’evasione fiscale.

Befera spiega cos’è il tax gap

Secondo Befera, “il tax gap stimato è una misura complessiva del mancato gettito dell'Irpef derivante da lavoro autonomo, dell'addizionale Irpef, dell'Ires, dell'Iva e dell'Irap. Dal calcolo sono quindi esclusi l'evasione contributiva e l'evasione delle tasse locali come bollo auto e assicurazioni. Il trend nel lungo periodo tendenzialmente è decrescente ma non costantemente decrescente perché risente della crisi economica, di incrementi improvvisi di aliquote, di condoni”.

L’ammontare delle risorse finanziarie sottratte a tassazione, dunque, è molto elevato e ancora molto ampie sono alcune zone del nostro Paese in cui il rischio evasione è alto. Allo stesso tempo, però, incoraggianti sono i riscontri che derivano dall’efficacia delle strategie antielusive adottate dal Fisco. Il riscosso da attività di controllo degli ultimi 10 anni ha registrato un’accelerazione, tanto che nel 2013 si è attestato a 13,1 miliardi di euro. Il risultato è di certo significativo se si considera il difficile periodo economico che si sta attraversando e dimostra anche come azioni clamorose messe in atto dal Fisco hanno dato i loro frutti.

Infine, Befera ha aggiunto che “l'efficacia dei controlli ha consentito di raddoppiare il rendimento in termini di riscosso rispetto alla pretesa e di rafforzarne la sostenibilità in giudizio”. Il dato è il seguente: l'Agenzia vince il 64% delle cause, pari al 75% dei valori in contestazione.
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