E’ atterrato in Parlamento il disegno di legge di bilancio 2024, con la prima lettura prevista nell’Aula del Senato.
Nel testo della manovra finanziaria per il prossimo anno l’articolo 14 è riservato al settore cinema e audiovisivo
Balza agli occhi la modifica riguardante la ripartizione delle risorse del Fondo per il cinema e l’audiovisivo con la previsione di un credito di imposta variabile.
Cosa accade?
Per le opere cinematografiche l'aliquota ordinaria è fissata al 40%; tuttavia saranno stabilite differenti aliquote (si pensa il 30%) – ED anche escludere la possibilità di accedere al credito - secondo vari criteri, quali le dimensioni dell'impresa o gruppi di imprese nonché determinati costi eleggibili.
Non ci si sposta, però, dalla soglia massima del 40% di credito.
Con riferimento alle opere audiovisive, l'aliquota del 40% viene riconosciuta in via prioritaria ai lavori realizzati per essere distribuite attraverso un'emittente televisiva nazionale e, congiuntamente, in coproduzione internazionale ovvero per le opere audiovisive di produzione internazionale.
Anche in tale campo, possono essere applicate aliquote differenti o diverse secondo le dimensioni dell’impresa o gruppi di imprese nonché determinati costi eleggibili.
Il disegno è di agevolare maggiormente le produzioni di film in cui vi sia un attore, sceneggiatore o regista italiano.
Spetterà ad un decreto del Ministro della Cultura, di concerto con il Mef ed il Mimit, stabilire l'ammontare dei contributi alle imprese che vogliono produrre film in Italia, così come gli obblighi da rispettare e un tetto ai compensi.
Viene introdotta una sanzione amministrativa pecuniaria a carico dei soggetti tenuti alla certificazione dei costi sostenuti delle imprese ai fini dell’erogazione del credito: in caso di falsità delle dichiarazioni, si va incontro ad una multa da 10.000 euro a 50.000 euro per ciascuna certificazione infedele
Un credito d’imposta in misura non inferiore al 20 per cento e non superiore al 40 per cento delle spese complessivamente sostenute viene riconosciuto alle imprese di esercizio cinematografico per:
NOTA BENE: Per Pmi, il credito sale all’aliquota del 60%.
Al fine di dare impulso all'offerta cinematografica e soprattutto per favorire le attività e lo sviluppo delle sale cinematografiche, agli esercenti è riconosciuto un credito d’imposta nella misura massima del 40% dei costi di funzionamento delle sale cinematografiche, in caso di grandi imprese, o del 60% dei medesimi costi, quando trattasi di piccole o medie imprese.
Nell’articolo 14 della legge di bilancio 2024 presentata in Senato, modificando l’articolo 20 della legge n. 220/2016, si dispone che il credito d'imposta per le imprese non appartenenti al settore cinematografico e audiovisivo per la produzione e distribuzione in Italia e all'estero di opere cinematografiche e audiovisive sia riconosciuto ai soli soggetti Ires. Dunque, dall’agevolazione sono esclusi i titolari di reddito di impresa ai fini dell'imposta sul reddito delle persone fisiche.
Infine, dalle opere alle quali sono prioritariamente destinati i contributi pubblici vengono cancellati i film difficili realizzati con modeste risorse finanziarie.
Viene prevista l’istituzione di una Commissione di esperti per valutare la qualità artistica e culturale delle opere.
Della Commissione faranno parte esperti nominati dal Ministro tra personalità di chiara fama anche internazionale e di comprovata qualificazione professionale nel settore.
Un decreto apposito disciplinerà le modalità di costituzione e di funzionamento della Commissione, il numero dei componenti (ora fissato in 15) e, tenuto conto della professionalità e dell’impegno richiesto, la misura delle indennità loro spettanti nel limite della spesa stabilita.
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