Arrivano dal sottosegretario MEF, Alessio Villarosa, alcuni importanti chiarimenti sul regime di responsabilità previsto in caso di indebita fruizione del beneficio fiscale regolato dall'art. 119 del Decreto legge n. 34/2020 (cosiddetto Decreto Rilancio).
La specificazione resa durante il question time in VI Commissione finanze della Camera riguarda, in particolar modo, i soggetti sui quali ricadranno le responsabilità qualora si accertasse la non spettanza del beneficio fiscale in capo al contribuente, a seguito dei controlli attuati dall’Amministrazione finanziaria.
Secondo la risposta del Sottosegretario dell’Economia, la responsabilità di natura amministrativa connessa all’indebita fruizione del beneficio fiscale ricade unicamente sul beneficiario della detrazione al 110%, che ha sostenuto le spese per i lavori; salvo il caso – peraltro piuttosto difficile da dimostrare in pratica - del concorso nella violazione da parte del fornitore che ha applicato lo sconto e dei cessionari che hanno acquistato il credito.
L’accertamento dell’indebita fruizione del Superbonus 110% comporterà il recupero della detrazione non spettante, maggiorata di sanzioni ed interessi, sempre a carico del beneficiario.
Nell’ipotesi più grave di perdita del beneficio fiscale a causa di infedeli attestazioni o asseverazioni rilasciate dai tecnici abilitati, l’articolo 119, comma 14, del Decreto Rilancio prevede l’applicazione, a carico di questi ultimi, di una sanzione da 2mila a 15mila euro per ciascuna attestazione o asseverazione infedele rilasciata.
I contribuenti danneggiati da una attestazione o asseverazione infedele potranno rivalersi, per vie legali, sui professionisti che le hanno rilasciate per ottenere il risarcimento del danno subito. A tal fine la normativa, prevede l’obbligo in capo ai soggetti abilitati al rilascio dei suddetti documenti di sottoscrivere una specifica polizza assicurativa a copertura di questo rischio.
Il Superbonus al 110%, come pure il credito d’imposta 4.0, sono stati oggetto di approfondimento anche da parte del Ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, impegnato in una doppia audizione alla Camera dei deputati sulla realizzazione del programma italiano per il Recovery plan.
Secondo le intenzioni del Governo, si procederà con la stabilizzazione del credito d'imposta, che ha sostituito l’iperammortamento, come pure del Superbonus al 110%, per un triennio dopo il 2021: cioè fino al 2024, con una rimodulazione anche dei paletti di accesso all'agevolazione.
Nello specifico, si interverrà sugli incentivi 4.0 ed, in particolar modo, sul credito d'imposta 2020. L’obiettivo è quello di rendere il credito d'imposta 4.0 sempre più fruibile da piccole imprese e attività in regime forfetario.
Si tratta dell’agevolazione principale del pacchetto di aiuti “Transizione 4.0”, ridenominato dall’Esecutivo “Transizione X.0” nelle linee guida sulla spesa del Recovery fund.
Il credito d'imposta sarà reso strutturale per un ulteriore triennio e godrà:
di un incremento delle aliquote;
dell'innalzamento dei massimali di spesa;
di un ampliamento delle tipologie dei beni materiali e, soprattutto, immateriali che potranno avere accesso alla misura.
Tutto a fronte di un budget di spesa pubblica pari a circa 27 miliardi di euro per il solo credito d'imposta 4.0.
Ai sensi dell'individuazione delle modalità semplificate per l'informativa e l'acquisizione del consenso per l'uso dei dati personali - Regolamento (UE) n.2016/679 (GDPR)
Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei "social plugin".