Il tema della settimana tratta di un argomento emerso nella diciottesima edizione di Telefisco. In merito al pagamento della sostitutiva del 4 o del 7% per la rivalutazione degli immobili d’impresa, riproposta dal Dl anti-crisi, viene evidenziato che per non subire una tassazione rilevante sulla plusvalenza la scelta è più conveniente se l’azienda intende cedere l’immobile a medio/lungo termine. In tal caso la riserva da rivalutazione - saldo attivo - costituisce sicuramente una posta in sospensione che se viene a mancare dal bilancio per attribuzione ai soci genera un maggior imponibile alla società oltre che ai soci. Nell’articolo vengono esaminate le conseguenze in tema di distribuzione e affrancamento della riserva.
In merito alla possibilità di affrancare la riserva contestualmente alla rivalutazione con il pagamento di un’ulteriore imposta sostitutiva, viene ricordato che il Dl anti-crisi introduce la sostitutiva del 10% versata in un’unica soluzione o in tre rate annuali (con aggiunta di interessi al 3%).
Infine, è sottolineato che per la rilevanza degli effetti fiscali della rivalutazione sussiste il doppio termine:
- il primo, ai fini del calcolo degli ammortamenti e del plafond delle spese di manutenzione;
- il secondo, per la determinazione della plusvalenza/minusvalenza da cessione degli immobili oggetto di rivalutazione.
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