Studi di settore sperimentali: no all'accertamento

Pubblicato il 27 novembre 2014 Gli studi di settore varati per i professionisti, avendo carattere sperimentale, non possono essere presi come base per fondare la presunzione di maggior reddito a carico del professionista.

Lo ha deciso la sentenza n. 25099 - 26 novembre 2014 – della sezione tributaria della Corte di cassazione, accogliendo il ricorso del titolare di un piccolo studio e ribaltando le pronunce delle Corti di merito.

Il caso affrontato si è incentrato sul decreto del ministero delle Finanze del 20 marzo 2001, relativo all'approvazione di 11 studi di settore per le attività professionali. Avendo natura sperimentale, sottolineano i giudici, i dati da essi ricavabili avrebbero potuto essere usati dagli uffici fiscali come base di partenza per ricercare altri elementi su cui imperniare l’accertamento stesso.

Non è ammesso, invece, che gli stessi dati derivanti dall'applicazione del Dm 20/3/2001 possano da soli fondare un accertamento di maggior reddito, nel periodo di sperimentazione.
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