L’eventuale cessione delle azioni da parte del dipendente prima dei cinque anni dall’esercizio dell’opzione impone che il datore applichi la ritenuta sui redditi trasformati in redditi di lavoro dipendente, prescindendo dalla circostanza che al momento della cessione il dipendente potrebbe non essere più tale. In più: l’eventuale assenza di collegamento tra redditi assoggettati a ritenuta e datore non garantisce l’esistenza della provvista necessaria in capo a questi. Ciò mette letteralmente in crisi il sostituto. Con circolare 23 del 23 aprile scorso, Assonime torna sul nuovo regime delle stock option, evidenziando situazioni non risolte dalle intervenute interpretazioni agenziali sul tema.
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