Holding non finanziarie. Rapporti commerciali fuori dal calcolo della prevalenza

Pubblicato il 19 aprile 2019

Con il question time n. 5-01951, il Mef risponde ad un’interrogazione in Commissione finanze alla Camera, sciogliendo alcuni dubbi in relazione ai “Criteri relativi alla definizione delle società a partecipazione non finanziaria”.

Si tratta di un chiarimento molto atteso dalle società, visto l’avvicinarsi del termine di approvazione dei bilanci 2018, data dalla quale decorreranno i 30 giorni per gli adempimenti connessi all'Anagrafe tributaria, come già precisato dalle Entrate in una risposta ad Assoholding.

Il dubbio presentato dagli onorevoli interroganti verteva sul calcolo della prevalenza per l’individuazione delle società di partecipazione non finanziaria (holding non finanziaria).

Società di partecipazione non finanziaria, cosa sono

L'articolo 162-bis del Tuir, introdotto dall'articolo 12 del Dlgs n. 142/2018, di recepimento della Direttiva ATAD (Anti Tax Avoidance Directive), ha definito le società di partecipazione non finanziaria come quelle che esercitano in via esclusiva o prevalente l'attività di assunzione di partecipazioni in soggetti diversi dagli intermediari finanziari.

La norma per individuare la prevalenza stabilisce che: “l'esercizio in via prevalente di attività di assunzione di partecipazioni in soggetti diversi dagli intermediari finanziari sussiste quando, in base ai dati del bilancio approvato relativo all'ultimo esercizio chiuso, l'ammontare complessivo delle partecipazioni in detti soggetti unitariamente considerati, sia superiore al 50 per cento del totale dell'attivo patrimoniale”.

Gli interroganti hanno chiesto al Mef se, ai fini del calcolo della suddetta prevalenza:

Calcolo della prevalenza, inclusi gli impegni ad erogare fondi e le garanzie rilasciate

Il Mef, nella sua risposta, ricorda che il comma 2 dell'articolo 162-bis del Tuir per le società con partecipazioni finanziarie stabilisce che, ai fini della verifica della prevalenza, si debba fare riferimento al valore delle partecipazioni e agli altri elementi patrimoniali intercorrenti con le partecipate, inclusi gli impegni ad erogare fondi e le garanzie rilasciate, nonostante detti elementi non siano più iscrivibili nei conti d'ordine ma desumibili solo dalla nota integrativa.

Per tale motivo, il valore dei suddetti elementi dovrà essere aggiunto al valore complessivo dell'attivo, al fine di verificare la presenza della prevalenza dei componenti di carattere finanziario nell'ultimo bilancio approvato dalla società (holding finanziaria).

Analoga previsione, però, non è contenuta al successivo comma 3, relativo alle società con partecipazione non finanziaria.

Infatti, la norma relativa alle holding industriali non contiene analoga specificazione riferita agli impegni ad erogare fondi ed alle garanzie rilasciate.

Pertanto, secondo il Mef, per ragioni logico-sistematiche potrebbe essere opportuno estendere anche a tali società le regole dettate per le holding finanziarie.

Al riguardo, gli uffici dell’Amministrazione finanziaria dichiarano la propria disponibilità a chiarire tale aspetto attraverso una modifica normativa da inserirsi nel decreto legislativo correttivo del decreto Atad.

Non le attività derivanti da rapporti commerciali

Infine, l’Amministrazione finanziaria ritiene opportuno precisare che tra gli elementi dell’attivo rilevanti ai fini della prevalenza non devono essere comprese le attività derivanti da rapporti commerciali con le società partecipate quali, ad esempio, crediti derivanti da canoni di locazione immobiliare, royalties per utilizzo brevetti e marchi, crediti per imposte verso le partecipate derivanti dall'adesione al consolidato fiscale.

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