Il Consiglio dei ministri, nella seduta del 6 settembre 2018, ha approvato il disegno di legge contenente misure per il contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione, cosiddetto “Ddl anticorruzione”.
Il testo è suddiviso in due parti, la prima delle quali, per come si apprende dal comunicato stampa del CDM emesso alla fine della seduta, introduce anche modifiche alla disciplina della responsabilità amministrativa degli enti, all’espresso fine di potenziare l’attività di prevenzione, accertamento e repressione dei reati a danno della Pa.
Per contrastare i fenomeni corruttivi, ossia, il testo interviene irrigidendo le sanzioni nei confronti delle imprese che beneficiato dei reati di corruzione.
Gli interventi si sostanziano:
La seconda parte del provvedimento, da quanto si apprende, introduce norme sulla trasparenza e controllo dei partiti e movimenti politici, al fine di palesare e rendere sempre tracciabile la provenienza dei relativi finanziamenti e di quelli alle analoghe associazioni, fondazioni politiche e comitati.
Particolarmente soddisfatto dell’approvazione del testo è il proponente ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, il quale, al termine della riunione del Consiglio dei ministri, ne ha parlato come dell'inizio della “rivoluzione alla lotta alla corruzione”.
“Si apre, finalmente” - ha affermato - “una nuova prospettiva di onestà. Non si lascia più scampo a chi vorrà intraprendere la strada della corruzione. Adesso, è certo, chi sbaglia paga".
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