Scudo fiscale esteso anche alle Cfc
Pubblicato il 26 settembre 2009
Grazie all’emendamento all’articolo 13-bis del decreto legge n. 78/2009 è stato esteso anche alle società controllate e collegate estere la possibilità di aderire allo scudo fiscale. Così, sarà possibile anche per le Cfc effettuare il rimpatrio oppure la regolarizzazione dei capitali detenuti illecitamente all’estero, che la “tassazione per trasparenza” che si applica alle suddette società poteva rendere – in un primo momento - eccessivamente difficoltoso. Scopo della norma è quello di mettere un freno a tutte quelle operazioni che consentono di localizzare all’estero i redditi, con il solo scopo di ottenere benefici fiscali in termini di risparmi d’imposta. Novità rilevanti per quanto riguarda le Cfc è che gli effetti della regolarizzazione si producono in capo ai partecipanti, nei limiti degli importi delle attività rimpatriate o regolarizzate dalla società estera. Dunque, la dichiarazione riservata dovrebbe essere presentata dalla Cfc, che paga anche l’imposta straordinaria, mentre in capo al partecipante si producono gli effetti dello scudo. Si instaurerebbe, in tal modo, una forma “ibrida” di sanatoria, che potrebbe avere come effetto lo scioglimento della Cfc senza determinare conseguenze penalizzanti per il contribuente dal punto di vista fiscale.