Scelta del regime fiscale più conveniente anche per i lavoratori dell’impresa estera

Pubblicato il 08 aprile 2011 In merito al regime fiscale di attrazione europea – la cui bozza di decreto attuativo delle disposizioni contenute nell'articolo 41 del decreto legge n. 78/2010 è sottoposta a pubblica consultazione sul sito del ministero dell’Economia e delle Finanze - ci sono alcune precisazioni da fare.

Si ricorda che la finalità della nuova regolamentazione è quella di attrarre iniziative economiche in Italia consentendo all’imprenditore estero di scegliere la fiscalità del paese di provenienza nel campo dell’imposizione diretta se a lui più conveniente.

Di fatto, però, come si legge nella relazione di accompagnamento al decreto, la scelta del regime fiscale estero da applicare all’impresa che si stabilizza nel nostro Paese è consentita solo alla società e vincola tutti i lavoratori che vi fanno parte. Mentre non è possibile il contrario. Cioè, i lavoratori non possono scegliere un regime estero diverso da quello scelto dall’impresa per cui lavorano. Per i lavoratori, quindi, si può dire che la norma si applica al contrario: per loro vale in automatico il regime fiscale dello stato estero scelto dall’impresa a meno che loro stessi non scelgano di applicare la normativa tributaria italiana.

L’opzione per l’applicazione di un regime fiscale alternativo a quello italiano deve avvenire con istanza di interpello da presentare all’Amministrazione finanziaria italiana entro 30 giorni dall'inizio dell'attività economica. Nel decreto attuativo si specifica che nell’istanza di interpello la richiesta per l’applicazione del regime tributario scelto può essere fatta anche per i lavoratori dipendenti o collaboratori dell’impresa, che si è trasferita in Italia, a meno che gli stessi non decidano di rispettare la normativa tributaria italiana.

Quindi, i lavoratori dipendenti e collaboratori, anche se assunti in Italia oltre a quelli trasferiti dall’estero, possono scegliere se seguire l’azienda oppure optare per il regime fiscale italiano, ma tutto ciò non è espressamente previsto per altre forme di lavoro autonomo. A questo punto, c’è un altro aspetto che risulta piuttosto delicato ed è quello per cui l’impresa deve coinvolgere il lavoratore per verificare la convenienza del regime scelto o in alternativa consentirgli di aderire al regime nazionale. La questione del coinvolgimento è tanto più importante quanto più si pensa che l’opzione esercitata vincola impresa e lavoratori per tre anni.
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