Sanatoria anche nei confronti dell'immigrato che non ha ottemperato all'allontanamento

Pubblicato il 12 maggio 2011 L'adunanza plenaria del Consiglio di stato, con due sentenze pressoché identiche, la n. 7 e la n. 8 del 10 maggio 2011, ha spiegato come l'entrata in vigore della normativa comunitaria di cui alla Direttiva n. 2008/115/CE, abbia prodotto l'abolizione del reato di violazione all'ordine di espulsione previsto dall'articolo 14, comma 5 ter, Decreto legislativo n. 286/98. E detta abolizione – continua il Collegio - a norma dell'articolo 2 del codice penale, ha effetto retroattivo, facendo cessare l'esecuzione della condanna e i relativi effetti penali. Per i giudici amministrativi “tale retroattività non può non riverberare i propri effetti sui provvedimenti amministrativi negativi dell’emersione del lavoro irregolare, adottati sul presupposto della condanna per un fatto che non è più previsto come reato”.

Ne discende che non può essere negata, ai lavoratori extracomunitari colpevoli di non essere andati via dall'Italia dopo un provvedimento di espulsione, la sanatoria per la regolarizzazione della propria posizione.
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