Ruffini in Senato sulla riforma delle agenzie fiscali

Pubblicato il 27 settembre 2017

Il neodirettore dell'agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, in audizione presso la Commissione Finanze del Senato si è espresso sul disegno di legge che prevede la riorganizzazione delle agenzie fiscali (Atto Senato n. 2837).

Dopo aver ripercorso – nella sua prima parte del discorso – la storia della trasformazione del Fisco italiano nel modello “agenzie”, in grado di assicurare maggiore autonomia operativa e più flessibilità nella gestione delle risorse umane e materiali, il numero uno delle Entrate ha posto l'accento sulla necessità di “ripartire dall’originale impostazione del modello delle agenzie della fine degli anni Novanta e porla al passo con i tempi, rafforzando, da un lato, i poteri di indirizzo e controllo del Governo e del ministero dell’Economia e delle Finanze e, dall’altro, restituendo quella flessibilità ed efficienza gestionale che corpi tecnici specializzati come le agenzie fiscali richiedono”.

Questo modello sembrerebbe in linea con il decreto di riforma delle pubbliche amministrazioni (Dlgs 29/1993), che ha introdotto il principio della distinzione tra le funzioni di indirizzo e controllo, assegnati agli organi di governo, e le funzioni di attuazione e gestione, affidate alla dirigenza.

Agenzie fiscali: nuovo modello dirigenziale

Sulla scia degli standard internazionali, che richiedono anche una maggiore autonomia nelle procedure di selezione della dirigenza, il direttore Ruffini delinea un modello di “agenzia” in cui il dirigente pubblico diventa un “amministratore dotato di autonomia gestionale di un proprio budget, gestore di risorse umane e strumentali e destinatario di responsabilità di risultato”.

Per garantire il buon funzionamento di tale modello, per Ruffini, sembrerebbe “opportuna una disciplina transitoria che regoli la sostituzione di posizioni dirigenziali con quelle non dirigenziali, una definizione dei poteri gestionali, organizzativi, di spesa, di acquisizione delle entrate e di firma connessi con le seconde e il coordinamento con le norme che già oggi le regolano”.

In altri termini, una riduzione di posizioni dirigenziali e più posizioni organizzative.

Inoltre, per salvaguardare le nomine dirigenziali ed evitare il caos che si è verificato in passato in Agenzia sui concorsi da dirigenti, la proposta di legge, condivisa dal Direttore è quella che - per quanto riguarda l’accesso alla dirigenza - indica specificatamente le modalità concorsuali con cui dovrà avvenire, modalità da recepire nel regolamento di amministrazione, con prove del concorso per la dirigenza delle agenzie fiscali che si baseranno su materie attinenti ai compiti istituzionali, dando rilievo, nella valutazione dei titoli, alle esperienze lavorative.

Ruffini – nel corso del suo intervento al Senato - ha dichiarato di condividere pienamente il disegno di legge in discussione “finalizzato a ripristinare spazi di autonomia per le agenzie”.

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