Firmata la Convenzione triennale tra il Ministero dell'economia e delle finanze e l'Agenzia delle Entrate che individua gli obiettivi qualitativi e quantitativi che dovrà raggiungere l'Agenzia delle entrate negli anni 2023, 2024 e 2025.
Nell’intesa siglata nel mese di agosto 2023 dal viceministro MEF Maurizio Leo e dal direttore dell'Agenzia, Ernesto Maria Ruffini e registrata dalla Corte dei Conti il 17/8, viene potenziato l’impegno sul recupero di imposte evase che in tre anni, tra il 2022 e il 2025, dovrà portare nelle casse dello Stato 2,8 miliardi di entrate in più. Inoltre, sono indicate le risorse assegnate per il conseguimento degli obiettivi previsti e le modalità di verifica dei risultati.
Nello specifico, l’Agenzia conferma per quest’anno di puntare a incassare 18,1 miliardi (1,3 in più del 2022), di salire a 19,3 miliardi nel 2024 (con un incremento di 400 milioni) e a 19,6 miliardi nel 2025 (altri 300 milioni in più).
Per l'anno 2023, l’incasso previsto di 18,1 miliardi sarà ottenuto per 4,25 miliardi dai versamenti dovuti ad accertamenti e controlli, per 6 miliardi alle comunicazioni di irregolarità, per 5,1 miliardi dagli incassi dovuti agli agenti della riscossione e per 2,8 miliardi da attività di promozione della "compliance", cioè di adeguamenti spontanei da parte dei contribuenti ai quali sono state segnalati problemi.
L’obiettivo della lotta all’evasione fiscale verrà realizzato a tutto campo.
Nella Convenzione, si legge che L'Agenzia delle Entrate "punterà sulla qualità dei controlli attraverso selezioni più mirate dei contribuenti a maggiore rischio di evasione, rese possibili dall'applicazione di strumenti di data analysis più avanzati – quali lo sfruttamento dei big data – e dall'interoperabilità delle banche dati".
In più si procederà anche attraverso scambi informativi internazionali; è prevista, poi, una successiva verifica sui risultati ottenuti anche con l'uso di intelligenza artificiale e text mining.
L'Agenzia monitorerà, inoltre, il comportamento dei contribuenti che hanno subito un controllo fiscale per verificare nel tempo il loro grado di propensione all'adempimento e, più in generale, per valutare il livello di fedeltà fiscale; sarà incrementata la capacità operativa nell'ottica di favorire il miglioramento della qualità dei controlli, attraverso nuovi strumenti e progetti di analisi avanzata dei dati, l'applicazione di tecniche come l'intelligenza artificiale, il machine learning e il text mining.
Altra parola d’ordine è, poi, la “semplificazione”: non sarà più necessario andare fisicamente in un ufficio fiscale ed affrontare le file. Si punterà sempre di più su video chiamate, invio telematico di documenti e firma digitale, che diventeranno strumenti sempre più diffusi del fisco italiano.
NOTA BENE: La Convenzione dà un'ulteriore spinta ai servizi telematici da remoto.
Infine, promosse anche nuove e più avanzate forme di comunicazione con il contribuente, attraverso piattaforme integrate con altre PA, oltre che migliorare il set informativo della precompilata che diventerà il "metodo ordinario" per dichiarare i redditi al Fisco.
Il lavoro dell’Agenzia delle Entrate per la seconda parte del 2023 si concentrerà sui controlli incrociati sui conti correnti dei contribuenti. La lotta all’evasione parte da qui, secondo quanto affermato dal Direttore delle Entrate.
In un'intervista rilasciata al Corriere della Sera, a pochi giorni di distanza dalla firma della Convenzione triennale con il MEF, Ruffini indica questo come primo passo da compiere per raggiungere l’ambizioso obiettivo di incassare 2,8 miliardi in più dalla lotta all’evasione fiscale.
Si tratta di un incremento aggiuntivo rispetto ai risultati già conseguiti, che si potrà raggiungere recuperando capacità operativa, grazie a un ambizioso piano di reclutamento di 11 mila funzionari.
Un vero cambio di paradigma, se si pensa che a fine 2022, le Entrate erano sotto organico del 40%: 28 mila dipendenti invece di 44 mila.
Il Direttore Ruffini ha precisato che ''le prime esplorazioni basate su dati pseudonimizzati, cioè inizialmente anonimi e poi utilizzabili in base a informazioni aggiuntive, riguarderanno il 2017 e consentiranno di individuare, ad esempio, i soggetti che avevano grandi movimentazioni sui propri conti correnti ma non hanno presentato la dichiarazione dei redditi''.
Si procederà con il prendere in esame per prima l’annualità 2017: i dati estrapolati dall’Archivio dei rapporti finanziari saranno incrociati con quelli presenti nell’Anagrafe tributaria.
Non ci si limiterà, però, solo ai controlli sui conti correnti, ma anche alle attività di compliance, con oltre 3 milioni di lettere da inviare entro la fine del 2024, obiettivo che, stando alle dichiarazioni di Ruffini, sarà raggiunto già a ottobre.
I controlli sui conti correnti vengono effettuati dal Fisco tramite un super algoritmo chiamato anonimometro, le cui regole di funzionamento sono state definite dall’Agenzia delle Entrate in un documento del 19 maggio scorso.
Nello specifico, sono stati individuati i criteri alla base del suo funzionamento e le metodologie che vengono adottate per analizzare il rischio evasione. Gli agenti del Fisco ricavano i dati contenuti all’interno dell’Archivio dei Rapporti Finanziari e li incrociano con le altre informazioni in possesso dell’Amministrazione tributaria.
Questo strumento consente di effettuare una vera a propria analisi del rischio basandosi sui dati raccolti all’interno dell’Anagrafe dei Conti Correnti, che è un maxi database delle Entrate in cui sono contenuti i dati di ogni singolo conto corrente dei contribuenti italiani.
Vi sono contenuti tutti gli estratti conto, le movimentazioni in entrata e in uscita e qualsiasi altro rapporto che i cittadini hanno con la propria banca, come, ad esempio, la gestione titoli e le cassette di sicurezza.
Il database si alimenta regolarmente con le informazioni che vengono fornite direttamente dalle banche all’Agenzia delle Entrate.
A sua volta, l’Agenzia provvede periodicamente a controllare i dati che vi sono contenuti, riuscendo, in questo modo, a selezionare i soggetti che sono ritenuti a più alto rischio di evasione fiscale.
I dati sensibili vengono sostituiti con dei codici fittizi, in modo da garantire la protezione dei dati personali dei contribuenti che non vengono sottoposti a controlli fiscali.
ATTENZIONE: Lo scopo è quello di individuare i soggetti che, in base al proprio volume d’affari e al tipo di operazioni che stanno svolgendo, potrebbero essere a rischio evasione fiscale.
Lo strumento ha ricevuto l’ok da parte del Garante della Privacy: nonostante la profonda analisi dei dati, l’Anonimometro pone una grande attenzione alla privacy dei contribuenti.
L’incrocio dei dati a disposizione dell’Agenzia delle Entrate, anche attingendo a quelli relativi ai conti correnti, è finalizzato a stimolare l’adempimento spontaneo dei contribuenti.
L’avvio di controlli fiscali basati su un numero elevato di dati a disposizione per le verifiche preventive non è un rischio per i diritti dei contribuenti.
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