Si rinnova il meccanismo per la rivalutazione automatica dei trattamenti pensionistici. Infatti, per il biennio “2020-2021”, la bozza del disegno di legge di Bilancio 2020 prevede una riduzione delle fasce di rivalutazione da sette a sei, oltre al 100% della rivalutazione delle pensioni di importo pari o inferiori a quattro volte il trattamento minimo, ossia 2.052 euro.
La finalità è di frenare gli effetti dell’inflazione che hanno causato, negli ultimi anni, una diminuzione dell’assegno pensionistico che, secondo i calcoli da ultimo effettuati dalla UIL, si aggira attorno ai 1.000 euro l’anno.
Grazie al nuovo meccanismo di rivalutazione, il governo estende la perequazione piena a chi percepisce una pensione da tre fino a quattro volte il trattamento minimo INPS, che corrisponde ad un reddito pensionistico tra i 1.539 euro ed i 2.052 euro lordi al mese.
A tali pensionati, quindi, si applicherà una perequazione a copertura del 100% dell’aumento dei prezzi, contro il 97% attuale. Ciò si traduce, in media, in un aumento di 0,25-3,00 euro al mese.
A beneficiare dell’aumento saranno non solo le pensioni dirette (di vecchiaia, di anzianità o anticipata), ma anche gli assegni e le pensioni d’invalidità e d’inabilità, l’assegno e la pensione sociale, nonché le pensioni ai superstiti.
Sugli assegni più alti continuerà ad essere operato il cd. “taglio alle pensioni d’oro”, che comporterà l’applicazione di un contributo di solidarietà sino al 40%.
Nel dettaglio, per le pensioni:
A partire dal 2022, poi, gli scaglioni diventeranno tre. Nello specifico, si avrà la rivalutazione:
Da gennaio 2020, nell’ipotesi in cui sia confermato il nuovo meccanismo di rivalutazione, le pensioni aumenteranno come di seguito indicato:
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