Ritenuta alla fonte sui dividendi in uscita. Condanna per l'Italia

Pubblicato il 20 novembre 2009 Con la sentenza relativa alla causa C-540/07, la Corte di Giustizia europea stabilisce che la ritenuta alla fonte sui dividendi distribuiti da società italiane a società comunitarie è incompatibile con la libertà di circolazione dei capitali, dando luogo ad una ingiustificata disparità di trattamento rispetto alla tassazione dei dividendi percepiti dai soggetti Ires residenti in Italia. Per ovviare all'inconveniente era già intervenuta la Finanziaria 2008, che aveva corretto lo squilibrio tra i dividendi italiani e quelli esteri, ma senza porre rimedio alle situazioni pregresse. Nella relazione tecnica alla Manovra per il 2008 si parla infatti di un minore introito per l’Erario di circa 318 milioni di euro l’anno, dovuto all’introduzione di questa norma sulla parificazione di trattamento delle ritenute sui dividendi. Il problema sorge, però, per gli anni anteriori al 2008, per i quali i contribuenti potrebbero richiedere ancora il rimborso, per una cifra che si stima potrebbe raggiungere fino ad un miliardo di euro. La sentenza della Corte Ue, se da un lato consente che il legislatore italiano, nelle more della procedura, applichi il comma 3-ter all’articolo 27 del Dpr 600/73 solo per gli utili formatisi a partire dall’esercizio successivo a quello in corso al 31 dicembre 2007, dall’altra non ha eliminato la ritenuta piena per quei dividendi formati con utili anteriori al 2008. Pertanto, un effetto della sentenza potrebbe essere quello di spingere a richiedere il rimborso delle maggiori ritenute operate in anni precedenti, in violazione del principio ora sancito, con enorme discapito per i conti dello Stato.
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