Confronto costruttivo di Governo e avvocatura per una soluzione condivisa sul processo penale.
E’ questo l’auspicio del Consiglio nazionale forense rispetto alla notizia del riavvio dei lavori, in Senato, del disegno di legge di riforma delle norme processuali penali.
Da rivalutare, secondo il Cnf, il passaggio sul processo a distanza in quanto la soluzione attualmente proposta non sarebbe compatibile “con le dinamiche di una corretta dialettica dibattimentale”.
L’augurio dell’organo di rappresentanza dell'avvocatura è che l’Esecutivo si adoperi per garantire al meglio il confronto ”valutando ogni possibile alternativa e modificando dunque l'attuale previsione, ciò anche con il contributo importante e responsabile dell'avvocatura penalistica”; sarebbero da valorizzare e considerare, in particolare, le osservazioni formulate nella recente delibera adottata dalla Unione Camere Penali.
Si ricorda, in proposito, che gli avvocati penalisti hanno deciso di scioperare, dal 20 al 24 marzo 2017, per protestare contro la paventata scelta del Governo di porre il voto di fiducia sull’attuale testo del disegno di legge di riforma del processo penale.
Nel frattempo, presso l’aula del Senato, è stato presentato un emendamento a quest’ultimo testo che riguarda le intercettazioni, volto a ridurne le spese obbligatorie attraverso la ridefinizione delle tariffe; l’obiettivo è quello di conseguire un risparmio, per il 2017, di dieci milioni.
La proposta emendativa, tacciata dall’opposizione come un espediente per prendere tempo, è stata accantonata e rinviata in Commissione giustizia che riferirà all'Aula il prossimo 14 marzo.
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