Riforma forense. Allo stato, avvocati soddisfatti con qualche eccezione

Pubblicato il 11 ottobre 2012 I primi risultati dell’esame, da parte della Camera dei deputati, del testo della riforma forense soddisfano gran parte degli avvocati e delle associazioni di categoria.

In particolare, Andrea Mascherin, consigliere segretario del Consiglio nazionale forense sottolinea come, sulla riforma, Parlamento e Governo abbiano ritrovato una “linea comune rispettosa della tutela dei cittadini in un sistema democratico”. Si è, infatti, operato – continua Mascherin - un riconoscimento della specialità della professione di avvocato.

Soddisfatto anche il presidente dell’Organismo unitario dell'avvocatura, Maurizio de Tilla, il quale ha sottolineato come “l'eccellente lavoro dei parlamentari”  abbia portato“ a modificare diverse norme, inadeguate e sbagliate, che mortificavano il ruolo costituzionale dell'avvocatura, danneggiavano i giovani avvocati e che non restituivano competitività alla professione”.

Solo l'Unione delle camere penali, a mezzo del presidente Valerio Spigarelli, ha sottolineato diverse perplessità circa gli articoli ed emendamenti sin qui approvati. In particolare – sottolinea Spigarelli – legare l'ottenimento del titolo di specialista alla frequentazione di corsi tenuti solo presso le università “è una formidabile incoerenza del testo che può e deve essere corretta nel prosieguo dell'iter parlamentare”. Da qui l’annuncio di iniziative di protesta volte alla correzione di quella che viene definita “l'evidente illogicità di affidare la specializzazione a corsi teorici, come quelli tenuti nelle università, togliendola ad associazioni come la nostra che fanno formazione da 30 anni”.
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