Riforma del processo penale: soluzioni per ottimizzate i tempi

Pubblicato il 14 marzo 2019

Presso il ministero della Giustizia si è tenuta ieri, 13 marzo, una nuova seduta del tavolo tecnico di riforma del processo penale, a cui hanno partecipato, oltre al titolare del dicastero, le rappresentanze di avvocati e magistrati.

Per l’Avvocatura, in particolare, erano presenti il Consiglio Nazionale Forense, l'Unione delle Camere Penali (UCPI), l'Organismo Congressuale Forense (OCF) e l'Associazione italiana giovani avvocati (Aiga).

CNF: promosso il metodo del confronto

A margine dell’incontro, è stato confermato l’impegno dei partecipanti – per come sottolineato dal presidente del CNF, Andrea Mascherin, in una nota diffusa ieri – a trovare soluzioni processuali che portino ad ottimizzare i tempi del procedimento penale.

Proprio a questo fine, sono state individuate le principali aree dell’intervento riformatore, che dovrà essere rivolto:

Col tavolo di lavoro, secondo il CNF, sarebbero stati raggiunti, al momento, “risultati positivi” anche se – ha precisato Mascherin – si devono attendere gli esiti finali delle consultazioni.

Allo stato, ha concluso il rappresentante del CNF, “va promosso il metodo di intenso e leale confronto”.

I lavori del tavolo tecnico proseguiranno il 21 marzo prossimo.

Camere penali: proposte e osservazioni sulle ipotesi ministeriali

Anche le Camere penali, come detto, hanno partecipato al confronto di ieri, in vista del quale avevano precedentemente trasmesso due documenti messi a punto dalla Giunta dell’Unione, il 13 marzo.

Si tratta, nel dettaglio:

In questo secondo testo, l’UCPI ribadisce, in primo luogo, la propria radicale contrarietà all’insieme dei punti indicati dall’Ufficio Legislativo del dicastero, con particolare riferimento agli interventi non immediatamente collegati alla riduzione dei tempi processuali, ma “destinati a risolversi in una inaccettabile ulteriore erosione di garanzie difensive”.

L’Unione si riferisce, in particolare, all’estensione dei casi di giudizio immediato e alle limitazioni in materia di impugnazioni.

Nel documento, le ragioni di non condivisione delle singole proposte sono esplicate, punto per punto, con esclusione delle misure relative al patteggiamento e all’udienza preliminare, posto che su tali materie l’Unione ha proposto degli interventi illustrati in separato documento.

Le proposte che, per contro, sono state avanzate dai penalisti, sono indicate in 16 punti e interessano aspetti come la nomina del difensore di fiducia, l’applicazione della pena su richiesta delle parti, la pronuncia della sentenza di non luogo a procedere, l’udienza preliminare, il giudizio abbreviato, le indagini preliminari, i motivi di appello.

A proposito dell'incontro, l'UCPI, con comunicato di oggi, ha sottolineato i punti sui quali “si sono verificate significative convergenze tra tutte le rappresentanze dell’Avvocatura e ANM”, ovvero il rafforzamento della funzione di filtro dell’udienza preliminare, l’estensione dell’ambito di applicazione del patteggiamento, nuove regole per l’ammissione del giudizio abbreviato condizionato, la ristrutturazione del sistema sanzionatorio delle contravvenzioni.

Bonafede: delega con principi di razionalizzazione del processo

Per quanto riguarda gli obiettivi della riforma, si segnala la precisazione resa dal Guardasigilli proprio ieri, nel costo di un question time alla Camera, svoltosi poco prima dell’inizio dei lavori del presente tavolo di lavoro.

Il fine perseguito – ha precisato il ministro Bonafede - è quello di predisporre un disegno di legge delega, che contenga principi in grado di razionalizzare il procedimento penale, renderlo più efficiente e snello, senza pregiudicare le garanzie difensive dell’imputato o delle persone offese.

Il ministro, a proposito del tavolo tecnico, ha evidenziato l’esistenza di una “proficua interlocuzione con la magistratura e l’avvocatura, prossima all’individuazione di soluzioni condivise”.

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